Sporer ispettore capo esperto di prostituzione sfata i luoghi comuni contro Modello Nordico

Il mega-bordello Paradise, Stoccarda

Articolo originale di Anna Fisher pubblicato da Nordic Model Now [German ex-police officer demolishes common arguments against the Nordic Model]

Ringraziamo l’autrice per averci autorizzate a tradurre il suo articolo.

Traduzione in italiano di Giulia C.

La Germania viene a volte chiamata il bordello d’Europa a causa del suo modello legislativo sulla prostituzione, la regolamentazione, che ha portato ad un vastissimo mercato del sesso con – fino a poco tempo fa – oltre un milione di uomini al giorno che frequentano i bordelli tedeschi.

Questa odiosa miniera d’oro è stata intralciata dalle misure anti Covid-19 che hanno visto la chiusura temporanea di molti bordelli. Ora in Germania c’è un sostegno sempre più forte a favore del Modello Nordico[1], e alcuni parlamentari hanno approfittato di questo blocco temporaneo per chiedere ai governi federali tedeschi di non riaprire i bordelli e di implementare l’approccio abolizionista.

I partiti politici tedeschi che formano la coalizione di governo della Renania Settentrionale-Vestfalia hanno risposto con una mozione fortemente sfavorevole alla proposta, mozione corredata da numerose affermazioni sui pericoli e le conseguenze negative del Modello Nordico.

Helmut Sporer, da poco ritiratosi dalla polizia, ha scritto un documento per controbattere questa mozione e smentirne le affermazioni scorrette. Questo articolo riporta un sunto dei punti principali toccati da Sporer – in particolare quelli che si basano sull’ampia esperienza e conoscenza che  ha dell’industria del sesso tedesca. Tuttavia, il suo è un documento di grande valore e ne raccomandiamo la lettura integrale[2].

Nota: Tutte le citazioni presenti nell’articolo sono tratte dal documento di Sporer. Alcune delle citazioni sono state editate al fine di maggiore chiarezza e brevità.

Contesto

Helmut Sporer ha lavorato per 30 anni (dal 1990 fino a questi ultimi anni) facendo indagini e monitorando la prostituzione e il traffico di esseri umani in Germania. Nel corso della sua carriera ha osservato un progressivo deteriorarsi sia delle condizioni di vita delle donne prostituite che dell’abilità delle autorità di combattere il proliferare della criminalità organizzata e gli abusi presenti all’interno del sistema – nonostante le numerose modifiche apportate nel corso degli anni alla legislazione sulla prostituzione, o forse a causa di queste.

Prima del 2002, in Germania la prostituzione era legale, ma era ritenuta dannosa per la comunità ed era soggetta ad alcune restrizioni. Il Prostitution Act, la legge sulla prostituzione del 2002, ha spazzato via queste restrizioni e introdotto la regolamentazione.

Con il tempo è divenuto chiaro a tutti, anche ai più ardenti sostenitori della regolamentazione, che questa legge aveva fallito, così nel 2017 è stato emanato il Prostitutes Protection Act (PPA). Sotto la nuova legge la prostituzione continua ad essere legale, ma è sottoposta a significative restrizioni e regole più severe. Sfortunatamente, queste regole e restrizioni riguardano quasi del tutto le sole donne prostituite e non i papponi, i proprietari di bordelli o i compratori di sesso. Quindi non c’è da stupirsi se anche questa legge ha fallito e non è riuscita a migliorare la situazione.

Nel 2013, Sporer ha parlato[3] pubblicamente del fallimento del modello prostituente tedesco, ma non si è spinto fino a sostenere il Modello Nordico abolizionista. Forse sperava che ulteriori regolamentazioni e restrizioni potessero riuscire ad alleviare i difetti più evidenti del modello tedesco. Avendo visto con i suoi occhi che dopo il 2017 i tanto sperati miglioramenti non si erano realizzati, e a seguito di lunghe discussioni con diverse figure, tra cui i poliziotti svedesi, è giunto alla schiacciante conclusione che il Modello Nordico è l’unico approccio efficace per contrastare la prostituzione.

In che modo questo riguarda il Regno Unito e ogni altro Paese?

Nel Regno Unito (e in ogni altro Paese) è presente una vasta, attiva e ben finanziata lobby a favore della decriminalizzazione totale[4] del mercato del sesso – che consisterebbe nella rimozione di ogni regolamentazione e divieto all’interno del mercato prostituente, comprese le restrizioni relative ai bordelli, ai papponi e ai compratori di sesso in cerca di donne nelle strade. Sotto la decriminalizzazione totale la prostituzione è considerata un lavoro come qualsiasi altro, che non necessita nessuna particolare misura o restrizione.

Questi lobbisti affermano con forza che la decriminalizzazione è completamente diversa dalla regolamentazione – perché la regolamentazione include anche delle restrizioni e delle misure specifiche relative alla prostituzione. Di conseguenza, ritengono che quello che è avvenuto in Germania sia irrilevante e che non rifletta le conseguenze della decriminalizzazione totale.

Sporer stronca queste argomentazioni – in quanto le problematiche che descrive non hanno tanto a che fare con le regolamentazioni del sistema tedesco, quanto piuttosto con la vastissima scala del mercato prostituente, con la facilità con cui le donne vengono sfruttate al suo interno e con le difficoltà incontrate dalla polizia e dalle autorità nel perseguire gli sfruttatori che operano sotto l’egida di un sistema legale e legittimo. Tutti questi fattori riguardano la decriminalizzazione totale quanto la regolamentazione.

Abbiamo quindi ogni motivo di credere che con l’introduzione della decriminalizzazione totale nel Regno Unito o in qualsiasi altro Stato Europeo e degli Stati Uniti, ci troveremmo a riscontrare questi stessi problemi.

Questo vuol dire che dobbiamo guardare con grande attenzione ai cambiamenti avvenuti in Germania negli ultimi 20 anni. Ci sono poche persone più informate a riguardo di Sporer.

I fatti

Nei primi anni ’90 la maggioranza delle donne prostituite in Germania era costituita da donne tedesche. Ora invece le donne tedesche sono un’esigua minoranza e sono perlopiù presenti in settori di nicchia, come il BDSM e i bordelli di lusso. Generalmente si tratta di donne indipendenti che di rado sono sotto il controllo di terzi. Tendono ad avere una forte presenza pubblica, e molte di loro sono efficaci portavoci dei loro interessi.

Sporer afferma che ora è molto raro vedere una donna tedesca all’interno delle mega-imprese – i mega-bordelli, i bordelli dove si affittano stanze, i club nudisti e la prostituzione per strada – che costituiscono il grosso dell’industria del sesso tedesca.

A differenza delle altre industrie tedesche, non abbiamo statistiche affidabili sui numeri dell’industria del sesso, ma Sporer stima che in Germania il totale della popolazione nella prostituzione sia circa 250.000, il 5% di cui impegnata nei settori di nicchia e il resto nelle mega-imprese e i mega-bordelli.

La maggioranza delle donne in queste mega-imprese mostra segni di essere sfruttata e controllata da terzi; segni come la giovanissima età, il basso livello di istruzione, la mancanza di conoscenza del tedesco, l’assenza di contatti sociali al di fuori del giro della prostituzione e sintomi da stress post traumatico e altri disturbi psicologici ed emotivi.

Quando durante un’ispezione nel bordello viene chiesto a queste donne se sono costrette o obbligate, loro rispondono inevitabilmente di no. Ma di solito, nei rari casi in cui i loro papponi e trafficanti vengono arrestati o detenuti, ammettono di essere state costrette.

“Solo una minoranza di queste donne viene ufficialmente identificata come vittima. Non vedendo una possibile via d’uscita, si rassegnano alla loro situazione. Queste donne non hanno voce e nessuna lobby parla per loro, semplicemente sopportano il proprio sfruttamento.” [Pagina 2]

Per le autorità tedesche il fatto che la maggioranza delle donne nel mercato del sesso vi si ritrovi in diversa misura contro la propria volontà non è materia di troppa controversia. È invece controversa l’entità della percentuale di queste donne – è il 60%, l’80% o il 90%? Sporer fa l’importante osservazione che il numero preciso è irrilevante. Anche qualora fossero il 60%, sarebbero troppe.

Si domanda su quale gruppo il governo debba basare e concentrare le proprie misure di sostegno e tutela – la piccola minoranza che è veramente libera e indipendente o la larga, vulnerabile maggioranza.

È stato in parte in risposta a questa vergognosa realtà che nel 2017 è stato introdotto il Prostitution Protection Act. Tuttavia, il PPA non ha portato nessun cambiamento significativo in quanto si concentra sul piccolo gruppo delle donne indipendenti e non sulla maggioranza silenziosa di donne vittimizzate, il cui destino può essere paragonato a quello dei lavoratori a tempo determinato nell’industria della carne:

“Le loro condizioni sono grosso modo paragonabili a quelle dei lavoratori a tempo determinato nell’industria della carne, con la differenza che la situazione delle donne prostituite è molto più estrema, non essendo la loro forza lavoro ad essere sfruttata allo stremo, ma la loro sfera più intima e personale. Molte delle giustamente criticate condizioni di lavoro che incontriamo nell’industria della carne, come gli orari lavorativi, gli alloggi per i lavoratori, le condizioni igieniche, il maltrattamento, eccetera, sono le stesse dell’industria del sesso. Se da una parte i politici hanno agito con tempestività e decisione contro le condizioni di sfruttamento dell’industria della carne emanando una legge a protezione di questi lavoratori, dall’altra stiamo aspettando da molto tempo delle soluzioni efficaci per risolvere i problemi dell’industria del sesso.” [Pagina 3]

  1. Passando al Modello Nordico si spingerebbe la prostituzione nella clandestinità?

Una delle argomentazioni preferite della lobby pro decriminalizzazione totale è che il Modello Nordico spingerebbe la prostituzione nella clandestinità – costringendo le persone prostituite a lavorare in luoghi più pericolosi, a farsi pubblicità online eccetera.

Sporer osserva che le preoccupazioni che questa mozione solleva in merito allo spostamento della prostituzione sul web sono molto curiose, dato che nell’ultimo decennio in tutti i Paesi europei la prostituzione ha fatto proprio questo, è cresciuta online a prescindere dal tipo di approccio legislativo attuato. Inoltre, Sporer afferma, sulla scia di molti altri, che l’esistenza della prostituzione dipende dalla capacità dei compratori di sesso di trovare le donne prostituite, e che se i compratori riescono a trovarle allora anche la polizia e le autorità possono fare altrettanto.

Spiega che la Germania ha già un vasto mercato del sesso clandestino e nascosto, e che l’idea che il Modello Nordico possa peggiorare la situazione si fonda su una mancanza di comprensione della realtà:

“Esiste già un mercato occulto che opera all’interno dei confini e dei luoghi ufficiali della prostituzione tedesca. Questa può sembrare un’affermazione strana, ma corrisponde a verità. In molti bordelli, specialmente le grandi ‘mega-imprese’, ma anche nel settore della prostituzione di strada, troviamo principalmente giovani donne straniere, in larga parte in situazioni di sfruttamento. Le autorità che hanno una conoscenza approfondita della situazione reale sono consapevoli che queste donne vengono controllate e sfruttate da terze persone. Tuttavia, provare questo sfruttamento richiede indagini estese ed approfondite che spesso necessitano della spinta e dell’impulso delle dichiarazioni delle donne prostituite. Questo avviene raramente per le ragioni già elencate (come la violenza, le minacce, le intimidazioni). È per questo che le autorità sono spesso costrette a rimanere ferme e a non poter agire nonostante validi sospetti e motivi di preoccupazione.

Raramente la facciata pubblica del bordello lascia trasparire le condizioni reali che si celano al suo interno – ed è dietro queste porte serrate che si trova la vera prostituzione ‘nascosta’. Un noto esempio di questo fenomeno è il mega-bordello Paradise a Stuttgart. Per anni i suoi gestori lo hanno pubblicizzato come un fulgido esempio della ‘prostituzione pulita e legale’. Erano ospiti fissi nei talk show più popolari, uno di loro è stato anche insignito di un talk show settimanale tutto suo in qualità di ‘recensore di bordelli’. Il pubblico considerava il Paradise come un bordello moderno, equo e amico delle donne, nonostante al tempo gli esperti fossero già consapevoli di quanto questa rappresentazione mediatica fosse agli antipodi dalla sua realtà criminale.

Nel 2013 il Dipartimento di Indagini Criminali di Augusta ha iniziato a nutrire sospetti sui gestori del Paradise, il mio dipartimento ha guidato le indagini in merito. Le autorità di Stuttgart hanno poi portato a termine le indagini con grande successo. Quello che si celava dietro la facciata andava oltre i nostri peggiori timori. È stata scoperta una pericolosa rete criminale camuffata ad arte. Nel 2019, dopo estenuanti sforzi investigativi, i proprietari del bordello sono stati trovati colpevoli per 18 imputazioni di crimini ripetuti quali concorso nel traffico di esseri umani e sfruttamento della prostituzione, e condannati a 5 anni di carcere.

I quattro criminali hanno tutti ammesso i loro crimini di fronte alla corte federale di Stuttgart. Le loro sono sentenze definitive.

Dobbiamo presumere che ci siano altre reti criminali di questo tipo che controllano bordelli in tutta la Germania, sospetto che è stato confermato dalle indagini su altri mega-bordelli tedeschi. Senza queste indagini efficaci, il Paradise sarebbe ancora considerato un bordello modello, un esempio dell’efficacia della legge tedesca sulla prostituzione. […]

Non c’è dubbio che la prostituzione e lo sfruttamento continueranno ad esistere anche dopo il passaggio al Modello Nordico, ma saranno di un’entità considerevolmente minore a quella attuale. Da una parte, venendo meno i mega-bordelli, la criminalità che si nasconde all’interno dei bordelli legali scomparirebbe. Dall’altra, non tutta la prostituzione potrebbe spostarsi negli hotel o nelle case private perché ci sarebbero delle leggi a limitare le possibilità per proprietari di hotel e proprietari di appartamenti di affittare le proprie stanze ai fini della prostituzione.

Inoltre, la polizia potrebbe monitorare l’industria del sesso in maniera molto più efficace ed accurata. L’attuale legge tedesca prevede il monitoraggio e il controllo della prostituzione. Poiché in Germania si stimano circa 250.000 donne prostituite sparse in migliaia di bordelli, strade e altri luoghi della prostituzione, questo monitoraggio richiede un immenso sforzo e l’impiego di una notevole quantità di personale da parte della polizia (e, a partire dal 2017, da parte delle autorità che conferiscono le licenze), ma i mezzi e le possibilità reali sono spesso di gran lunga insufficienti. Perciò è frequente che le ispezioni ai bordelli non rispettino gli standard previsti dalla legge e che vengano eseguite raramente o in maniera superficiale. Delle misure di controllo professionali che portano a risultati concreti da portare in tribunale richiedono molta più fatica di un semplice controllo dei documenti. […]

Si stima che con l’introduzione del Modello Nordico il mercato prostituente vedrebbe una diminuzione dell’80%. Inizialmente le donne rimaste nella prostituzione sarebbero al massimo 50.000 (e si prevede un’ulteriore diminuzione). La polizia potrebbe monitorare questo mercato più piccolo e gestibile con lo stesso personale e gli stessi costi impiegati ora, ottenendo però risultati più efficienti ed efficaci nell’identificare le vittime e nell’arrestare i criminali.” [Pagine 5-6]

Altri miti sul Modello Nordico confutati

Sporer smonta le altre critiche al Modello Nordico presenti nella mozione in maniera altrettanto definitiva. Dimostra come queste critiche non reggano ad un’analisi approfondita e come siano basate su miti, presupposti scorretti, ignoranza della realtà dell’industria della prostituzione e allarmismo. Ecco alcuni esempi, solo alcuni dei miti smontati da Sporer.

2. In risposta all’affermazione che il Modello Nordico porterebbe ad un peggioramento delle condizioni lavorative, all’inaccessibilità dei mezzi di contraccezione e ad un aumento delle malattie sessualmente trasmissibili, Sporer spiega come le condizioni attuali siano già pessime. Sotto pressione a causa della forte competizione con altre donne prostituite, delle quote esorbitanti richieste da proprietari di bordello e affittuari e del controllo che questi ultimi possono esercitare su di loro, le donne in prostituzione hanno ben poca scelta e si trovano a dover accettare sesso non protetto e pratiche sessuali dolorose e pericolose. Molta di questa pressione verrebbe meno con il Modello Nordico. Non c’è ragione di credere perciò che le condizioni peggiorerebbero, abbiamo anzi ogni ragione di credere che migliorerebbero.

3. In risposta all’affermazione per cui non ci sarebbero prove a favore dell’efficacia del Modello Nordico, Sporer fa riferimento alla sua lunga, estesa corrispondenza con gli esperti del settore della giustizia e della polizia svedese, esperti che non hanno dubbi su come il modello abolizionista abbia “ridotto enormemente” la prostituzione e i crimini commessi contro le persone coinvolte al suo interno. Inoltre, Sporer cita Per-Anders Sunesson, l’ambasciatore svedese per la lotta al traffico di esseri umani, che riporta le conclusioni tratte dai dati e dalle indagini dell’Interpol: “Il mercato svedese legato al traffico di esseri umani è praticamente morto.”

4. In risposta all’affermazione per cui il Modello Nordico danneggerebbe le persone in situazione di particolare svantaggio e disagio, afferma:

“In realtà è l’opposto, dato che la maggioranza delle donne vulnerabili e delle probabili vittime di sfruttamento non dovrebbero più o non potrebbero più entrare nel mercato prostituente a causa della mancanza di luoghi e spazi dedicati alla prostituzione. Bisogna abbandonare l’idea per cui quelle che sono probabilmente vittime vorrebbero rimanere nella prostituzione in qualsiasi circostanza. Invece dovremmo creare luoghi e posti di lavoro alternativi per queste donne, opportunità lavorative che non mettono a rischio la loro dignità umana. La prostituzione non può essere la strategia ufficiale dello Stato per combattere la povertà, non può essere giustificata in nessun modo dallo Stato.” [Pagina 8]

Che conseguenze avrebbe nel Regno Unito?

Il Regno Unito ha già una fiorente industria prostituente. Nella maggioranza delle città inglesi ci sono bordelli che operano liberamente[5] e, mantenendo un certo livello di discrezione, molti di loro sono operativi da anni, anche decenni. Sappiamo inoltre che grandi numeri di donne provenienti da Romania e altri Paesi dell’ex Patto di Varsavia vengono trafficate ai fini dello sfruttamento nella prostituzione da strada[6], nelle agenzie di escort, nei “bordelli temporanei”, o pop-up brothels[7], e nei bordelli più permanenti che possiamo trovare in tutto il Regno Unito. Sappiamo che lo sfruttamento dei bambini e delle bambine nella prostituzione (lo ‘sfruttamento sessuale minorile’) è esteso[8].

Il Regno Unito ha una delle più ineguali tra le economie avanzate. Nel 2017[9], un quinto della popolazione (14 milioni di persone) viveva sotto la soglia di povertà e 1.5 milioni erano in stato di indigenza; le donne e i bambini, i disabili e le minoranze etniche come quella nera e asiatica sono interessati da queste statistiche in maniera sproporzionata. Un gran numero di donne ricorre alla prostituzione costretta dalla povertà[10]. Ora le misure messe in atto nella lotta al Covid-19 hanno fatto sì che la situazione peggiorasse in maniera significativa[11] rispetto al 2017.

Il numero dei minori affidati ai servizi sociali è più alto che mai[12] e il governo ha approvato delle proposte per ospitare ragazzi e ragazze di 16 e 17 anni in sistemazioni non regolamentari[13].

Nonostante sia probabile che la Brexit renda più complesso il traffico di esseri umani dalla Romania e da altri Paesi dell’Est Europa al Regno Unito, si prevede che le politiche di immigrazione più severe portino ad un aumento delle donne con uno status di immigrazione precario, che sono un facile obiettivo per papponi e trafficanti. Inoltre, la povertà estrema e la diseguaglianza sociale vogliono anche dire un più largo numero di donne e minori vulnerabili nati e cresciuti nel Regno Unito e facile preda di chi vorrebbe trarre profitto dal loro sfruttamento sessuale.

A livello geopolitico, il Regno Unito ha molto più in comune[14] con la Germania  che con la Nuova Zelanda, che al momento è l’unico Paese ad aver implementato l’approccio della decriminalizzazione totale. Recenti studi[15] sul sistema prostituente neozelandese mostrano che è molto meno efficace di quanto viene spesso affermato.

Se la decriminalizzazione totale fosse introdotta nel Regno Unito, potremmo aspettarci le conseguenze catastrofiche che Sporer descrive nella sua dichiarazione.

[1] https://nordicmodelnow.org/what-is-the-nordic-model/

[2] https://nordicmodelnow.files.wordpress.com/2021/03/helmut-sporer-statement-in-english-1.6.21.pdf

[3] https://nordicmodelnow.files.wordpress.com/2021/03/prostitution-in-germany.pdf

[4] https://nordicmodelnow.org/2018/05/07/references-for-the-flyer-about-the-effects-of-full-decriminalisation-of-the-sex-trade/

[5] https://nordicmodelnow.org/2017/12/18/submission-to-the-appg-on-prostitution-the-global-sex-trades-inquiry-into-pop-up-brothels/

[6] https://nordicmodelnow.org/2019/08/17/the-holbeck-red-light-zone-condoms-sex-offenders-and-cars-full-of-jeering-men/

[7] https://www.appg-cse.uk/wp-content/uploads/2018/05/Behind-closed-doors-APPG-on-Prostitution.pdf
Si tratta di bordelli  gestiti da gruppi criminali in appartamenti residenziali e dalla durata di pochi mesi per diminuire la possibilità di essere rintracciati dalla polizia [NdT]

[8] https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/592588/Tackling_Child_Sexual_Exploitation_-_Progress_Report__web_.pdf

[9] http://undocs.org/A/HRC/41/39/Add.1

[10] https://nordicmodelnow.org/2018/11/07/submission-to-un-special-rapporteur-on-extreme-poverty-human-rights-in-the-uk/

[11] https://wbg.org.uk/analysis/reports/lessons-learned-where-women-stand-at-the-start-of-2021/

[12] https://inews.co.uk/news/uk/number-children-in-care-10-year-high-council-funding-warning-383234

[13] https://article39.org.uk/2021/02/19/education-secretary-gives-green-light-to-two-tier-care-system/

[14] https://nordicmodelnow.org/2021/03/09/the-nordic-model-vs-full-decriminalisation-what-do-sex-trade-survivors-say/

[15] https://nordicmodelnow.org/2021/01/11/dame-diana-johnsons-sexual-exploitation-bill-the-debate/

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