PRIS – Rivalsa delle Prostitute nella Società
Traduzione dall’inglese di Chiara C.
P R I S – Rivalsa delle Prostitute nella Società è una rete di persone che hanno avuto esperienza dell’industria del sesso. Tutti i membri hanno avuto esperienze in aree come prostituzione, strip-tease e altri settori dell’industria del sesso. Alcune di noi sono ancora attive, altre hanno abbandonato. Non ammettiamo membri che non abbiano avuto esperienza dell’industria del sesso.
La rete ha tre obiettivi:
1. Il primo obiettivo è il sostegno: vogliamo essere un gruppo di sostegno per quelle persone che hanno avuto un’esperienza analoga alla nostra.
2. Il secondo obiettivo è quello di istruire ed informare: a partire dalla nostra conoscenza ed esperienza vogliamo far crescere la consapevolezza sull’industria del sesso e i suoi effetti negativi. Vogliamo anche essere una risorsa per chi cerca informazioni.
3. Il terzo obiettivo è il cambiamento: vogliamo migliorare i servizi per le persone che vogliono uscire dalla prostituzione e dall’industria del sesso.
Abbiamo punti di vista e opinioni diverse su diversi argomenti. Quello che ci unisce è che siamo convinte che il mercato del sesso sia un problema che riguarda l’intera società. In altre parole non riguarda soltanto noi, ma ha conseguenze sulle relazioni tra i generi nella società. Perciò non promuoviamo nessuna legalizzazione della vendita del sesso o forma di sfruttamento e naturalmente neanche nessuna criminalizzazione della vendita di sesso.
[tradotto dall’inglese, qui]
OBIETTIVI
Combattere lo stigma della puttana
L’idea che una volta puttana lo sarai per sempre è dura a morire.
Resiste la concezione che sia più vergognoso vendere sesso che comprarlo. Vogliamo combattere queste questioni legate al cosiddetto stigma della puttana. Questo, comunque non per chiudere gli occhi di fronte ai problemi, o per idealizzare il ruolo di chi vende sesso, ma piuttosto per rendere visibile il consumatore di sesso e le strutture sociali nei quali la prostituzione si sviluppa/accade.
Combattere lo stigma della vittima
Le ricerche sulla prostituzione sostengono inequivocabilimente che in molti casi esiste una connessione tra aggressioni sessuali precedenti e la prostituzione. Questo è comunque un taboo tra le prostitute attive. Aver subito queste cose può essere imbarazzante per una persona laddove l’ideale è quello della “prostituta felice”. Noi pensiamo che ci sia qualcosa di radicalmente sbagliato quando è la vittima a dover provare vergogna anzichè l’aggressore.
La rappresentazione allettante della prostituzione
Noi rifiutiamo la romanticizzazione e la glorificazione della prostituzione che spesso viene rappresentata nella cultura popolare e nei media. Il mito della prostituzione come qualcosa di glamour deriva nella maggior parte dei casi dai film. Pretty woman è un esempio che ha contribuito a far entrare molte giovani donne nella prostituzione. La realtà che si sono trovate ad affrontare comunque ha veramente poco in comune con l’esperienza che il personaggio di Julia Roberts ha con Richard Gere.
Più risorse ai centri di accoglienza
Tornare sul mercato del lavoro dopo molto tempo nel sistema prostituente può essere difficile. Vogliamo che lo stato metta a disposizione dei centri di accoglienza più risorse finanziarie in modo che possano offrire terapie qualificate alle donne fuori da Stoccolma, Goteborg e Malmo e che le aiutimo a tornare nel mercato del lavoro.
Inasprire la punizione massima per chi compra sesso
Oggi comprare sesso prevede una punizione massima che equivale al furto. Noi chiediamo un incremento sostanziale nella pena.
Abolizione delle leggi che criminalizzano le prostitute
A livello internazionale noi prendiamo posizione contro le leggi che esistono in paesi come Inghilterra, Francia e larga parte degli Stati uniti che criminalizzano le donne prostituite. Noi non siamo colpevoli, non commettiamo alcun reato.
Diffondere la legge contro l’acquisto di sesso
In confronto con l’Olanda dove le politiche riguardati la commercializzazione del sesso sono l’opposto della Svezia, il nostro paese investe molto poco nel diffondere il proprio modello nel resto d’Europa. La Svezia dovrebbe invece aumentare gli sforzi per fare in modo che sempre più paesi europei adottino una legge contro l’acquisto del sesso.
[tradotto dall’inglese, qui]
DOMANDE FREQUENTI
Da quanto tempo esiste PRIS?
La rete è nata nella forma di una mailing list tra il 2006 e il 2007. Dopo molta discussione la rete è diventata ufficiale attraverso questa homepage nell’aprile del 2007.
E’ possibile per una persona che fa parte dell’industria del sesso diventare un membro di PRIS?
No, la rete è aperta solo a quelle persone che sono, o sono state, attive come prostitute, modelle nel porno, spogliarelliste, telefoniste erotiche, massaggiatrici erotiche, dominatrici e simili. PRIS non è aperta a coloro che accumulano profitti sul cosiddetto “sex work” come sfruttatori, tenutarie, proprietari di locali erotici, direttori di film porno e persone che lavorano nei sexy shops.
Non sarebbe meglio legalizzare la prostituzione?
La prostituzione, cioè la vendita di sesso, non può essere legalizzata perchè è già legale. Che cosa potrebbe essere legalizzato è l’acquisto di sesso e lo sfruttamento. Che ovviamente andrebbe a vantaggio di quelli che sono incriminati da queste leggi. Di conseguenza, una battaglia per questo obiettivo, sarebbe più opportuna per una rete per il riscatto dei compratori di sesso nella società!
Ma non sarebbe meglio anche per coloro che si prostituiscono se l’acquisto di sesso e lo sfruttamento fossero legalizzati?
Sicuramente sarebbe più facile per coloro che sentono che vogliono restare nella prostituzione. La legge contro lo sfruttamento è un ostacolo per coloro che vogliono vendersi e affittare un posto per esercitare la prostituzione. Ma le stesse politiche che complicano l’esercizio della prostituzione a questo gruppo di persone, allo stesso tempo proteggono le donne dall’essere trascinate dentro la prostituzione. Molti esperti come gli investigatori che lavorano presso la polizia criminale nazionale ritengono che queste politiche rappresentino un deterrente contro la tratta. E che promuovano la parità di genere in molti modi.
PRIS non è un’organizzazione per i “diritti dei sex workers”. Perfino per quelle di noi che ancora sono nell’industria del sesso, e vogliono restarci, è più importante considerare le donne meno privilegiate.
Chi ha realizzato le creazioni artistiche di questa pagina web?
Le creazioni artistiche sono di Sidsel Bryde, che fa parte di PRIS. Se clicchi sulle immagini puoi vederle ingrandite.
[tradotto dall’inglese da Chiara, qui]
Una risposta
[…] con numerose donne che sono ancora nella prostituzione e sostengono il modello nordico, tra queste le svedesi PRIS e un gruppo di sopravvissute della Nuova Zelanda. Riportiamo la testimonianza di una nostra amica […]