Prendili e lasciami in pace!

di Liliam Altuntas

Ho passato alcuni istanti ad osservare un’opera dell’artista Raoof Haghighi, intitolata ”Prendili e lasciami in pace!” dove ci mostra una donna nuda con i genitali e i seni separati dal corpo: gli unici sentimenti emersi in me durante l’osservazione dell’opera sono stati disperazione e paura di essere donna. Sono giunta alla conclusione che non siamo niente, una donna non vale assolutamente nulla. Ti spiego cosa siamo e quando avrò finito, convincimi del contrario, se puoi.

Raoof Haghighi, Take them and leave me alone

Essere donna è nascere con l’idea che non siamo altro che un pezzo di carne plasmato da tutti tranne che da noi stesse, essere donna è sapere che siamo usa e getta in ogni momento della nostra vita, è sapere che ci toccano, ci usano, ci mangiano e buttano via ciò che è rimasto. La nostra fortuna è quando ci mettono da parte dopo l’uso, quando decidono di picchiarci, terrorizzarci, torturarci, mutilarci e ucciderci, povere noi..Avanti la prossima!

Ci rubano da quando siamo nate, sì, coloro che si prendono cura di noi e ci proteggono purché non li provochiamo quando sono tristi o felici, quando vogliono fare sesso e quando non vogliono, quando bevono troppo, quando vogliono divertirsi, quando sono stanchi, quando ci amano e quando ci odiano, purché non provochiamo alcuna reazione. Quanto siamo terribili? Giuro che fin da piccola quando mi è stato detto che ero una donna, ho fatto tutto quello che mi è stato insegnato per non provocare, ma a volte non riesco a prendermi cura dei miei vestiti nel modo in cui chiedono, del mio modo di espormi, dei miei occhi che chiamano, della mia bocca di puttana, del mio odore di puttana, dei miei atteggiamenti sbagliati, del mio corpo invitante. Quanto siamo odiate dagli dei? Mio padre mi ha rubato, mio ​​fratello mi ha rubato, mio ​​zio mi ha rubato, i miei amici mi hanno rubato, i miei capi mi hanno rubato, gli estranei mi hanno rubato, tutti loro, tutti quelli che guardo e mi sorpassano sono potenziali ladri , ma nessun altro li vede, tutte le giustificazioni sono valide tranne la mia.

Mi hanno rubato, hanno rubato i miei sorrisi, la mia volontà, il mio rispetto e la mia sicurezza, hanno rubato il mio corpo, hanno moltiplicato le mie paure e distrutto la mia sanità mentale. Quanto è invisibile il nostro appello? Non importa quanto forte urliamo o da dove provenga il nostro urlo, dallo slum o dalla città, dagli edifici o dalla baracca, dai vicoli o dalle strade, dall’auto o dall’azienda, dalla scuola o dall’asilo, tutti sono ancora sordi.

 

Grido aiuto fino a che non ce la faccio più e poi ti prego di prenderli e di lasciarmi in pace.

 

 

Ringrazio la mia amica brasiliana Giulia per aver condiviso con me i suoi pensieri ed emozioni che ho unito ai miei per scrivere queste riflessioni.  

 

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