La Coordination Lesbienne en France si ritira dall’inter-LGBT di Parigi
PERCHÉ LA CLF HA PRESO LA DECISIONE DI RITIRARSI DALL’INTER-LGBT/PARIS?
(Testo letto da Catherine ML in occasione del Consiglio dell’Inter-LGBT del 1° marzo 2014)
Subito dopo la creazione del Consiglio dell’Inter LGBT/Paris, la Coordination Lesbienne en France vi ha preso parte attiva per promuovere la visibiltà e la considerazione delle lesbiche in tutte le rivendicazioni formulate. Allo stesso modo, la nostra attuale rappresentante, nella persona di Catherine Morin Le Sec’h, è stata impegnata nella Commissione Inter-Associativa e nel CA dell’Inter-LGBT per 3 anni, ma, in occasione dell’ultima Assemblea Generale, la Coordination Lesbienne ha votato alll’unanimità il non rinnovo della sua adesione all’Inter-LGBT.
Differenti ragioni ci hanno condotto a questa decisione, che ci sembra importante farvi conoscere.
Come la maggior parte delle associazioni aderenti all’Inter-LGBT sanno, la Coordination Lesbienne en France ha preso posizione contro i sistemi di sfruttamento, di mercificazione e di appropriazione dei corpi delle donne e più generalmente di tutti gli esseri umani. Per queste ragioni noi siamo contro la legalizzazione della gestazione surrogata (GPA o madri portatrici) e contro il sistema prostituente. Ora, se l’Inter-LGBT, in mancanza del consenso di parte delle associazioni presenti, non ha mai preso posizione sulla GPA o sulla prostituzione, non è meno vero che all’interno dell’Inter-LGBT, alcune associazioni aderenti, di certo non maggioritarie ma molto attive, militano con molto ardore in loro favore. Questa assenza di chiarezza da parte dell’Inter-LGBT equivale, agli occhi del pubblico, quasi a un sostegno alle idee di queste associazioni, in un contesto dove le posizioni si radicalizzano e non è raro che noi veniamo interpellate per rimproverarci di aderire all’Inter-LGBT “che difende la GPA e la prostituzione”.
Questa ambiguità induce allo stesso modo un dubbio quanto alle posizioni difese dai/lle rappresentanti dell’Inter-LGBT in occasione degli incontri ufficiali con le istituzioni e con i membri del governo.
Questa confusione danneggia l’immagine della CLF, non riflettendo la realtà delle lotte condotte dalle lesbiche femministe. Allo scopo di mettere fine a questa situazione e di rendere le cose più chiare, abbiamo scelto di ritirarci dal Consiglio dell’Inter-LGBT/Paris. La CLF non potrà riprendere in esame una eventuale ri-adesione al Consiglio dell’Inter-LGBT che quando quest’ultima prenderà apertamente posizione contro la legalizzazione della GPA e contro il sistema prostituente. Le nostre energie lesbiche femministe sono preziose, noi preferiamo fare la scelta di orientarle piuttosto verso le associazioni di lesbiche e donne femministe in accordo con le nostre idee fondamentali, in particolare su questi due punti.
Parigi 1° marzo 2014
[documento originale; di seguito, l’intervista di approfondimento di Maëlle Le Corre pubblicata da Yagg; l’originale è qui]
L’ASSOCIAZIONE E LA PORTAVOCE INCARICATA DELLA VISIBILITÀ LESBICA NELL’INTER-LGBT HANNO RISPOSTO ALLE DOMANDE DI YAGG
Primi di Marzo: la Coordination Lesbienne en France ha fatto sapere ufficialmente di essersi ritirata dall’Inter-LGBT. In una lettera indirizzata alle associazioni, le socie della CLF hano esposto le ragioni di questo ritiro: “la Coordination Lesbienne en France ha preso posizione contro il sistema di sfruttamento, di mercificazione e di appropriazione dei corpi delle donne e, più in generale, di tutti gli esseri umani. Per queste ragioni noi siamo contro la legalizzazione della gestazione surrogata (GPA o madri portatrici) e contro il sistema prostituente. Ora, se l’Inter-LGBT, in mancanza di consenso da parte delle associazioni in essa presenti, non ha mai preso posizione sulla GPA o sulla prostituzione, non è meno vero che, all’interno dell‘Inter-LGBT, alcune associazioni aderenti, di certo non maggioritarie ma molto attive, militano con molto ardore in loro favore.”
- UN DIVORZIO LATENTE, ALLA FINE ATTUATO
Contattate da Yagg, le tre co-presidenti Marie Josè Devillers, Jocelyne Fildard e Catherine Morin Lesech aggiungono alcune spiegazioni supplementari: “Noi abbiamo preso questa decisione in occasione dell’ultima assemblea generale, ma questa domanda proveniva da alcune delle nostre socie già da diversi anni. Questa decisione l’abbiamo ratificata a novembre e l’abbiamo in seguito resa nota a l’Inter-LGBT e comunicata successivamente alle altre associazioni”.
Per loro si tratta di un “divorzio latente” che finalmente “è stato attuato”. Da parte sua, l’Inter- LGBT, replica a questa decisione della CLF: “Evidentemente, noi deploriamo questo distacco”, dichiara a Yagg Amandine Miguel, portavoce incaricata della visibilità lesbica. “La CLF è un’organizzazione importante all’interno dell’Inter-LGBT, specialmente a causa dello squilibrio nella rappresentanza dei gay e delle lesbiche. Ma noi siamo assai sorprese/i per le ragioni addotte”.
- SEPARARSI PER “NON ASSUMERSI RISCHI”
“Ci deve essere un’incomprensione riguardo ai princìpi di un’associazione”, prosegue Amandine Miguel: “Il nostro obiettivo non è disperdere energie nel tentare di trovare un consenso a quello che ci divide, ma piuttosto è concentrarci su ciò che ci unisce. Le associazioni sono libere di avere le loro posizioni su alcuni temi. Per esempio, riguardo alla prostituzione, per l’appunto, alcune sono a favore, altre contro, e in definitiva la maggioranza non ha alcuna posizione”.
Con tutto ciò, le tre co-presidenti non rimangono meno critiche su ciò che esse qualificano nella lettera come “assenza di chiarezza”: “Non si può rischiare a questo livello”, ribadiscono con Yagg.
“Ci è sembrato importante evidenziare ciò che impedisce alla nostra associazione di restare associata a soggetti che ci danneggiano”. Le co-presidenti si riferiscono a diverse associazioni dell’Inter-LGBT, che secondo loro sono “molto attive” e fanno “propaganda”, e “lobbyng”, in favore della GPA e della prostituzione.
E se la maggior parte delle associazioni dell’Inter LGBT non si sono effettivamente pronunciate su questi temi sensibili, si tratta di una “maggioranza silenziosa” secondo la CLF.
- I DUBBI DELLA CLF SULLA POSIZIONE DELL’INTER-GLBT
“Non abbiamo rimproveri da fare all’Inter-LGBT”, assicurano Marie Josè Devillers, Jocelyne Fildard e Catherine Morin Lesech.
“Ma attualmente non siamo più sulla stessa linea politica a causa di una divergenza di posizioni concernenti la legalizzazione della gestazione surrogata (GPA) e del sistema prostituente ai quali ci opponiamo”.
Nella lettera di ritiro, la CLF fa anche accenno a rappresentanti, passati o attuali, dell’Inter LGBT le cui posizioni non sarebbero state così neutre sui temi della prostituzione e della GPA: “Non è stato raro che fossimo interpellate per rimproverarci di aderire all’Inter-GLBT che difende la GPA e la prostituzione”. Questa ambiguità induce pertanto un dubbio quanto alle posizioni difese dai/dalle rappresentanti dell’Inter-LGBT in occasione di incontri ufficiali con le istituzioni e con membri del governo”. Un’accusa che Amandine Miguel contesta formalmente: “Non c’è mai stato nessun dubbio sull’assenza di posizioni al riguardo da parte dell’Inter-LGBT”.
- UNA LETTERA GIÀ SUPERATA?
Per la portavoce incaricata della visibilità lesbica è necessario restituire un po’ di contesto agli avvenimenti: “Ciò che dice la lettera della CLF corrisponde attualmente a qualcosa di passato. La loro decisione è stata presa prima della ristrutturazione dell’Inter-LGBT e dell’inizio del lavoro della delegazione ‘visibilità lesbica’, prima dell’arrivo di nuove associazioni lesbiche” – dichiara, citando Gouine Comme un Camion, FièrEs, o Barbi(e)turix – “attualmente la situazione non è più la stessa del momento in cui loro ci hanno fatto pervenire questa lettera”.
Ma questo cambiamento non sembra affatto convincere la CLF, che resta attestata sulle sue posizioni: “Noi siamo molto contente che Amandine Miguel e altre lesbiche siano per promuovere la visibilità lesbica, ma ormai non siamo più sullo stesso fronte dell’Inter-GLBT, noi siamo più lontano. Oltre la nostra collaborazione con il movimento femminista francese, il nostro terreno di coinvolgimento, di rivendicazione e di azione è rivolto sempre di più verso un ambito internazionale“. Malgrado l’arrivo di nuove associazioni lesbiche, le tre presidenti ricordano che l’Inter-LGBT resta maggioritariamente gay. “Il futuro ci dirà come le cose si evolveranno. Molto lavoro è stato già compiuto con l’inclusione della L nella militanza LGBT.” Ma l’equilibrio tra tutte le componenti delle lettere LGBT non sembra raggiunto secondo la CLF:
“Allora perché ci sono così poche lesbiche nell’Inter-LGBT? Forse esse semplicemente non si riconoscono nelle sue rivendicazioni….”