Lettera dalle sorelle argentine

Care compagne:
di fronte all’avanzata in tutto il mondo del regolamentarismo nell’ambito della prostituzione, animato da scopi commerciali ma mascherato da buone intenzioni, che ha infiltrato anche il movimento femminista, vi inviamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno.
Al contrario di ciò che si proclama, il regolamentarismo non comporta l’empowerment e la difesa di donne, bambine, travestiti e trans, ma favorisce solo gli sfruttatori e manda un messaggio di permesso sociale e di legittimazione della reificazione, della mercificazione, della disuguaglianza e dello sfruttamento, che si traduce in un aumento della domanda e del circuito illegale, come dimostra l’esperienza dei paesi che hanno seguito questa strada.
Non lasciamoci ingannare: la prostituzione non ha a che fare con i diritti e le libertà di donne, travestiti, trans, ma con la difesa del privilegio degli uomini prostituenti di accedere ai loro corpi.
La prostituzione non è un dato naturale, non è eterna, è un’istituzione sociale e storica, e come tale può essere abolita. Come disse Brecht: “Non accettare ciò a cui sei abituato come una cosa naturale. Perché in tempi di disordine, di confusione organizzata, di umanità disumanizzante, nulla deve sembrare naturale. Niente deve sembrare impossibile da cambiare”.
È necessario che ci organizziamo e che costituiamo una rete internazionale per affrontare questo nuovo attacco del capitalismo patriarcale, poiché la prostituzione è incompatibile con gli ideali femministi di uguaglianza, dignità e fine dell’oppressione machista.

Saluti in sorellanza dall’Argentina.

Le componenti del forum per l’abolizione della cultura prostituente
Buenos Aires, Argentina.


Queridas compañeras:

ante el avance en todo el mundo del reglamentarismo en prostitución, animado por fines comerciales aunque disfrazado de buenas intenciones, que ha infiltrado incluso el movimiento feminista, les enviamos nuestra solidaridad y apoyo.
Al contrario de lo que se proclama, el reglamentarismo no supone el empoderamiento y la protección de mujeres, niñ@s, travestis y trans, sólo favorece a los proxenetas y envía un mensaje de permiso social y legitimación de la cosificación, la mercantilización, la desigualdad y la explotación, lo que redunda en el aumento de la demanda y del circuito ilegal, tal como lo demuestra la experiencia de países que han seguido ese camino.
No nos dejemos engañar: la prostitución no es una discusión sobre derechos y libertades de mujeres, travestis, trans; sino la defensa del privilegio de los hombres prostituyentes de acceder a sus cuerpos.
La prostitución no es un hecho natural ni es eterna, es una institución social e histórica, y como tal puede abolirse. Como dijera Brecht: “No aceptes lo habitual como cosa natural. Porque en tiempos de desorden, de confusión organizada, de humanidad deshumanizada, nada debe parecer natural. Nada debe parecer imposible de cambiar.”
Es necesario que nos organicemos y nos vinculemos internacionalmente para enfrentar este nuevo embate del capitalismo patriarcal, ya que la prostitución es incompatible con los ideales feministas de igualdad, dignidad y fin de la opresión machista.

Saludos sororos desde Argentina.

L@s integrantes del Foro por la abolición de la cultura prostituyente –
Buenos Aires, Argentina.

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