Lettera al segretario generale delle Nazioni Unite perché le persone prostituite siano incluse nella risposta dell’ONU al COVID-19

A partire dal 2014 la nostra associazione impegnata nella lotta contro lo sfruttamento sessuale di donne e bambine ha iniziato una collaborazione con SPACE international, associazione di sopravvissute all’industria del sesso. Negli anni abbiamo allargato la nostra rete di contatti e collaborazioni in Italia e all’estero. Abbiamo partecipato a numerose azioni internazionali per l’approvazione del modello nordico su scala globale, unico modello legislativo che offre sostegno concreto alle donne che vogliono uscire dall’industria del sesso. Di recente insieme ad altre associazioni abolizioniste italiane come Iroko onlus siamo state ascoltate in Senato per un’indagine conoscitiva sulla prostituzione in Commissione Affari costituzionali per l’introduzione del modello nordico in Italia.  L’emergenza pandemia ha interrotto questo percorso, ma la violenza sulle donne prostituite continua, diventa sempre più drammatica. In questi giorni abbiamo accolto e diffuso gli appelli di attiviste e sopravvissute che denunciano come le donne prostituite siano state abbandonate proprio in quegli Stati  dove vigono regimi regolamentaristi come Germania, Australia o Nuova Zelanda, quelli che considerano la violenza dello stupro a pagamento “lavoro”. Nessun aiuto, nessun programma di uscita, neanche in una situazione estrema come questa in cui le vite delle donne prostituite sono più che mai in grave pericolo.  Abbiamo aderito ad un’iniziativa promossa da abolizioniste provenienti da vari paesi del mondo: una lettera indirizzata al Segretario Generale delle Nazioni Unite perché venga istituito un fondo speciale proprio per le le donne e bambine prostituite che rappresentano la stragrande maggioranza delle persone nell’industria del sesso. Quello che viene chiesto non è un aiuto a breve termine, ma un intervento strutturale e radicale che riguardi il mondo intero: la prostituzione è violenza maschile e deve finire. Solo il modello nordico dicono le sopravvissute può fermare la strage silenziosa delle donne. Insieme a molte altre associazioni italiane lo chiediamo da tempo e rinnoviamo l’appello anche allo Stato Italiano, in questi momenti drammatici di emergenza sono tante le realtà che continuano a dare sostegno alle donne vittime di tratta, ma sappiamo che non basta. Fino a quando non avremo fermato la domanda maschile di stupro a pagamento e non avremo aiutato le donne che chiedono di uscire dalla prostituzione nessuna di noi potrà mai dirsi libera. 

  

Gentilissimo Segretario Generale Guterres,

Noi, le firmatarie, siamo sopravvissute al commercio sessuale, associazioni che offrono sostegno alle donne prostituite, donne e attiviste per i diritti umani, ognuna di noi è impegnata per mettere fine alla tratta e alla prostituzione delle donne e le bambine nei nostri paesi e a livello globale.

Siamo liete degli sforzi fatti per portare all’attenzione pubblica l’impatto che la pandemia da COVID-19 sta avendo sulla vita delle donne e delle ragazze e vi siamo grate per il vostro appello perchè venga affrontata la questione dell’aumento a livello globale della violenza domestica collegata all’isolamento forzato.

Oggi vi scriviamo per assicurarci che anche le vittime di tratta, le donne prostituite e le persone sfruttate sessualmente siano incluse nella risposta che le Nazioni Unite hanno messo in atto nella lotta contro il COVID-19.

La pandemia da COVID-19 sta mettendo a nudo le ineguaglianze socio-economiche globali, il fallimento delle misure di austerità e ha dimostrato chiaramente come le crisi aggravino la condizione di vulnerabilità delle persone svantaggiate. La maggioranza delle persone prostituite, incluse le vittime di tratta e di sfruttamento sessuale, sono donne e ragazze e sono colpite in modo sproporzionato dalla pandemia. Le Nazioni Unite non possono abbandonarle.

Le vite delle persone prostituite sono spesso segnate da ineguaglianze strutturali, violenza sessuale, discriminazione, povertà, sradicamento, razzismo, xenofobia ed emarginazione sistemica – che la pandemia ha messo in luce e amplificato. L’esplosione del COVID 19 sta lasciando le persone prostituite vulnerabili in balia di nuove forme di abuso e dell’aumento della povertà, dal momento che per loro non esiste alcuna rete di protezione. Tutti i giorni ci viene riferito come le donne che si trovano nella prostituzione siano oppresse dal loro disperato bisogno di sopravvivere quando non c’è cibo, nè alcun posto sicuro disponibile dove rifugiarsi o assistenza medica per loro e i loro figli. Vivono in una condizione di aumentato pericolo di essere nuovamente trafficate e sfruttate sessualmente con tutti i rischi fisici e psicologici che mettono a repentaglio le loro vite, compreso il rischio di ammalarsi di COVID-19.

Vogliamo denunciare anche come esistano prove documentate di un incremento dello sfruttamento sessuale in rete di donne e minori, incluso un aumento dell’uso di siti pornografici e altre forme di sfruttamento sessuale tramite il web. Dal momento che gli uomini ricercano in rete opportunità di gratificazione sessuale virtuale, si stanno unendo a predatori e sfruttatori sessuali che già usavano internet per sfruttare e abusare donne e minori su scala globale.

Durante la pandemia da COVID 19 l’anonimato e la sempre crescente permanenza in rete che nella situazione attuale non è monitorata dalle persone comporta che un numero crescente di donne e minori, specialmente ragazze adolescenti, siano vulnerabili all’adescamento, lo sfruttamento sessuale online e l’estorsione di sesso che porta alla tratta.

Il nostro obbligo collettivo di assicurare alle persone vittime di tratta, prostituite e sfruttate sessualmente, che consistono per la stragrande maggioranza dei casi in donne e bambine, protezione e sostegno adeguato, è sia cruciale che urgente.

Chiediamo al vostro organo di istituire un fondo globale per le persone sfruttate nel commercio del sesso per permettere loro l’accesso a servizi completi.  Mentre il Fondo dovrebbe dare una risposta ai bisogni immediati a breve termine di queste persone, dovrebbe anche focalizzarsi sul fornire supporto per l’uscita di coloro che cercano di lasciare i sistemi di sfruttamento sessuale. Questo fondo dovrebbe essere messo a disposizione di tutte le donne che sono detenute a causa di reati collegati alla prostituzione. Infine, il Fondo dovrebbe sostenere gli sforzi delle organizzazioni o delle reti che in linea con le leggi internazionali sui diritti umani cercano di combattere le disuguaglianze strutturali che spingono le donne nella prostituzione piuttosto che rafforzare un sistema dove le donne e le ragazze sono sfruttate.

L’obiettivo del fondo deve essere quello di assistere e risollevare gli esseri umani che vengono comprati e venduti nel commercio sessuale multi miliardario e non di autorizzare ulteriormente chi guadagna sui corpi delle donne e gli sfruttatori che considerano lo sfruttamento sessuale una forma di lavoro. Inoltre vi chiediamo di considerare la lotta allo sfruttamento sessuale online come prioritaria, come parte integrante degli sforzi messi in campo per far fronte all’impatto della pandemia.

Vi ringraziamo per il Vostro impegno nel promuovere i diritti umani delle donne e delle ragazze e rimaniamo a vostra disposizione per discutere ulteriormente sulle questioni che abbiamo sollevato in questa lettera.

Distinti saluti

Resistenza Femminista

Traduzione dall’inglese di Chiara C.

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Una risposta

  1. Maggio 20, 2020

    […] da sempre si battono per dare loro sostegno. L’emergenza pandemia come già spiegato nella lettera da noi firmata indirizzata al segretario generale dell’ONU  sta colpendo in particolare le […]