Intervista al gruppo di sopravvissute alla prostituzione Ge-Stac
di Resistenza Femminista
Traduzione dal tedesco di Liliam Altuntas
In occasione della Giornata Internazionale delle donne siamo felici di condividere con voi la notizia che la nostra sorella Liliam è entrata a far parte del gruppo di sopravvissute tedesche fondato da Sandra Norak Ge-Stac. Questo significa per noi lottare a fianco delle nostre sorelle l’8 marzo e sempre per avere giustizia e verità sulla prostituzione e sullo sfruttamento sessuale. La guerra in Ucraina sta creando nuove occasioni per la lobby globale dei papponi per sfruttare sessualmente migliaia di ragazze in fuga dal proprio paese. Questa intervista al gruppo di attiviste Ge-Stac ci ricorda che l’unica strada percorribile per mettere fine alla violenza maschile sulle donne è dare voce alle sopravvissute e lottare con loro per l’abolizione della prostituzione a livello globale.
- Che significato ha il vostro logo?
Per capire il significato del logo dobbiamo capirne il contesto. L’avvocato Heribert Prantl ha affermato riguardo allo sfruttamento:
«Perché la giustizia indossa una benda? La risposta che ci si sente dire spesso è: perché la giustizia vuole e deve giudicare senza guardare la persona. Ma la verità è un’altra. La magistratura si vergogna, si vergogna di come tratta le vittime, di come si concentra solo sui colpevoli e non si prende cura delle vittime. Questo è l’errore che magistratura commette da un secolo e che deve essere fermato.»
Sfortunatamente, le persone vittime di tratta e prostituzione raramente hanno giustizia. I meccanismi della tratta di esseri umani, dello sfruttamento e della violenza sessuale, fisica e psicologica e le loro conseguenze (traumi) spesso non vengono viste e/o non comprese.
Vogliamo una società, un legislatore e una magistratura che guardino sempre da vicino e creino più giustizia per le persone colpite. Ecco perché la nostra giustizia non indossa una benda sugli occhi e invece di squame storte, indossa squame dritte.
Il logo è una collaborazione tra due donne, entrambe vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. L’idea è stata di Sandra Norak, l’implementazione del progetto la si deve ad Alica Rick.
2. Quali sono gli scopi che vi proponete e le attività in cui siete coinvolte?
Vogliamo giustizia per le vittime della tratta e dello sfruttamento di esseri umani.
La nostra attività è di dare sostegno ad altre vittime e lottare, con la nostra esperienza di sopravvissute alla prostituzione, affinché la politica e la giustizia capiscano il danno della sistema prostituente.
3. Cosa fa Ge-stac?
Capita spesso che solo le nostre storie vogliano essere ascoltate. Il fatto che una sopravvissuta voglia parlare della propria storia è qualcosa di molto personale, può essere ritraumatizzante e non è un prerequisito per essere attiva come persona affetta ed essere in grado di aiutare a cambiare le cose. Come persone colpite dalla tratta, abbiamo la nostra storia, ma anche molto da dare per contribuire al dibattito e alle possibili soluzioni. Vogliamo anche aiutare le persone colpite a uscire dal ruolo di vittima e non possono farlo se sono sempre ridotte alla loro storia e al loro passato. Viviamo nel presente, vogliamo incoraggiare le altre donne, ottenere il cambiamento perché abbiamo una storia. Grazie a questa, abbiamo molto know-how e competenza da mettere in campo. Ad esempio, sappiamo come preparare i materiali per l’illuminazione in un linguaggio che rispetti il vissuto traumatico delle vittime, perché: la volontà di sensibilizzare c’è, ma sfortunatamente spesso viene utilizzato il linguaggio sbagliato, che può avere un effetto ritraumatizzante e può scoraggiare le persone attualmente colpite. La buona volontà di fornire informazioni può essere attuata in modo più professionale e con successo se si coinvolgono attivamente le persone interessate nel lavoro diretto. Le vittime che assiste Ge-STAC hanno subito varie forme di tratta e sfruttamento di esseri umani. Ognuno di noi ha la propria esperienza. Basta scriverci e chiedere. Non solo parlare, scrivere e sensibilizzare su di noi, ma con noi, perché solo così può avere successo un approccio davvero completo, olistico e appropriato..
4. Perché è importante che le sopravvissute prendano parola contro il mercato del sesso?
Le sopravvissute sono esperte nel campo del trauma perché lo hanno vissuto e sono importanti nella lotta contro lo sfruttamento sessuale e la prostituzione. Sappiamo che il trauma legato alla prostituzione è profondo e può segnare le vite delle sopravvissute a lungo.
5. Cosa devono fare le associazioni per aiutare le sopravvissute a ricostruire la propria vita e realizzare i proprio sogni?
Il trauma non è un’invenzione, è scientificamente provato. Molte di noi lottano contro il trauma, spesso anni dopo lo sfruttamento. È importante tenere d’occhio ciò che la violenza può fare alle persone, come la violenza può cambiare e plasmare le persone. Un approccio informato sul trauma esamina i diversi tipi di traumi che le persone vittime di tratta hanno subito, comprende gli effetti, spiega e interpreta il trauma e individua il modo corretto per affrontare e parlare alle persone che ne sono state colpite. Perciò il sostegno delle associazioni deve essere: COMPRENDERE, AGIRE E AIUTARE.
6. Cosa significa?
È ciò che stanno facendo le attiviste dell’associazione Resistenza Femminista con la nostra compagna Liliam Altuntas. hanno capito la sua situazione, hanno agito dando supporto economico e psicologico, indirizzandola a una struttura con accompagnamento costante, non l’hanno abbandonata. L’hanno aiutata economicamente perché, all’inizio, questo tipo di supporto è la base principale per una sopravvissuta che vuole uscire dalla fase di stallo e capire che lei non è quella “nullità”, come spesso la definivano clienti e papponi.
La cosa importante è che la vita delle sopravvissute possa essere autonoma, per cui è importante anche l’aiuto di direzioni scolastiche o corsi professionali, affinché il sogno di queste donne possa realizzarsi. Senza un aiuto costante da parte delle associazioni non è possibile per le sopravvissute riprendere in mano la propria vita, perché la rielaborazione del trauma ha bisogno di tempo. Molte associazioni danno loro semplicemente una pacca sulle spalle, approfittando della loro testimonianza per farsi un nome nel campo politico e attivista.
7. Quante siete e da dove venite?
Non riesco a dirlo di preciso. Visto che anche noi cresceremo, non credo ci sia bisogno di dare un numero esatto di quanti siamo, ma siamo tutti vittime di tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale e sfruttamento sessuale nella prostituzione.
Siamo di nazionalità diverse, viviamo in Paesi diversi e siamo state vittime di tratta e di sfruttamento di esseri umani in Germania e/o in altri Paesi.
8. Quali sono gli obiettivi di Ge-stac?
Devo dire molto di ciò che Ge-stac sta facendo e farà ora:
- Mettere in contatto le persone vittime di tratta e prostituzione-> per uno scambio, un senso di comunità, ispirazione, coesione, amicizia, rafforzandosi a vicenda, aiutandosi e consigliandosi.
- Offrire aiuto alle vittime -> Trasformare il trauma in un dono/esperienza usando empatia, forza ed esperienza per aiutare gli altri.
- Offrire sicurezza -> supporto nella ricerca di un alloggio/appartamento, informazioni sui centri di accoglienza per donne, offerta terapeutica (che dovrebbe esserci sempre).
- Se lo si desidera, potersi rivolgere ad un/a avvocato/a.
- Supporto nella ricerca di lavoro, ulteriore formazione, scuole, studi.
- Eventi speciali a cui sono invitati solo gli/le interessati/e – Movie Night, Open mic, workshop, corso di cucina di Liliam ecc.
Sulla tratta:
Vogliamo esaminare tutte le aree possibili, come i fattori push and pull della tratta e dello sfruttamento di esseri umani, i metodi dei trafficanti di esseri umani, le diverse forme di sfruttamento, la domanda, la società, il diritto, i vari traumi ed effetti della violenza, la vita “dopo il trauma”, le difficoltà e il problema del riutilizzo dopo lo sfruttamento, e molto altro.
I trafficanti in Germania sono difficili da stanare, anche perché la prostituzione è regolamentata e abbiamo tantissimi clienti e tantissime richieste di prostitute. Tutto ciò è a vantaggio dei compratori perché loro naturalmente stanno agendo a norma di legge. Dappertutto, in Germania, si possono trovare pubblicità: nei taxi, cartelloni lungo le strade. Dunque la tratta, così come i trafficanti, diventano quasi impossibili da identificare per la polizia.
I trafficanti entrano in Germania con un contratto di lavoro, dato che la prostituzione qui è legale ed è veramente un’impresa fare qualcosa contro questo crimine.
In Francia, dove vige il modello nordico, il compratore non ha questa libertà e ci sono più controlli. Mentre in Germania, i bordelli tedeschi collaborano insieme con i trafficanti di tratta ed è legale che il proprietario del bordello “prenda donne di altri Paesi”, anche se questa è tratta, un crimine grave e una violazione dei diritti umani. Ė tratta dove ci sono donne che sono trafficate contro il loro volere, ma in Germania il proprietario del bordello e il trafficante di tratta possono tranquillamente collaborare senza che nessuno li disturbi. Spesso ci sono le donne che non sanno nemmeno di essere vittime di tratta, perché trafficanti e tenutari ingannano lei e la sua famiglia con la falsa promessa di aiuto e, alla fine, la vendono come è successo a me (Sandra Norak). Quando tu non sai di essere finita nella rete della tratta, è difficile poter andare alla polizia, dato che non sei consapevole di essere una vittima.
9. Perché in Germania i politici non pensano a chiudere i bordelli nonostante il fallimento totale del modello tedesco sia ormai sotto gli occhi di tutti?
Questa è una bella domanda! Ci sono in ballo molti soldi, ci sono prostituite che sono pagate per andare in tv e nelle università a fare pubblicità. È un vero e proprio business, i politici non vedono o non vogliono vedere la violenza dentro il sistema prostituente. Non vedono come la prostituzione sia stupro a pagamento. Molti di loro sono clienti e non vogliono, però, essere visti come compratori di donne perché danneggerebbe la loro reputazione. Sappiamo che nella prostituzione ci sono organizzazioni criminali che ci guadagnano moltissimi soldi.
Queste organizzazioni hanno contatti con la gente di potere che appoggia questo pseudo “lavoro imprenditoriale” che, in verità, è violenza e stupro a pagamento. Questi criminali investono così tanti soldi, ma così tanti, che riescono anche ad influenzare la sfera politica. Non solo, influenzano anche la gente, spacciando la prostituzione come un lavoro normale che potrà aiutare le donne povere a mantenere la loro famiglia.
La loro è semplicemente pubblicità ingannevole, noi sopravvissute sappiamo qual è la verità e lottiamo assieme proprio per smascherare le bugie di questi criminali.
La prostituzione non è una professione, ma una forma di oppressione. I prosseneti investono anche per danneggiare noi attiviste abolizioniste pro modello nordico, perché noi rappresentiamo una minaccia al loro profitto.
Questi criminali cercano di guadagnare sempre di più aggirando più donne possibili, dicendo loro che prostituirsi è bello e che noi, attiviste abolizioniste, siamo bugiarde perchè se qualcuna ha avuto traumi è solo un caso e non rappresenta la maggioranza. In questo modo loro manipolano la gente e i clienti si accontentano, a loro non interessa sapere quale sia la realtà. I politici convivono con questo, fanno finta di non vedere e parlano di altro, mettendo in secondo piano la problematica della prostituzione. Uno dei problemi maggiori in Germania è proprio il modello regolamentarista della prostituzione. Molti sostengono di non poter fare nulla per le sopravvissute, proprio perché la prostituzione è considerata un lavoro come un altro e si arrendono, invece di lottare e fare qualcosa di concreto. Per questo motivo, noi attiviste sopravvissute ci siamo messe insieme, con il nostro vissuto possiamo portare alla luce la verità, ciò che veramente accadde nel sistema prostituente dove ti rubano l’anima e sogni.