Femme Fatale contro l’inganno del “sex work” come empowerment (audio)

MTI4MzQ0NTc5ODAyOTYxMTcwPubblichiamo il link alla puntata di ControEssenze del 26 aprile 2016, a cura di Connettive sulla testimonianza di una donna che ha lavorato come escort per 8 anni.

Ascolta la puntata [dura 50 minuti]

Femme Fatale è una sopravvissuta alla prostituzione che racconta la sua esperienza come escort smascherando le bugie che circondano il “sex work” nella comunicazione mainstream e di un certo femminismo neoliberista che lo glamourizza e promuove (solo per le altre però) come possibilità per le donne di autoaffermarsi, conquistare indipendenza ed esprimere la propria libertà sessuale. Femme Fatale ci dice la verità anche sulla cosiddetta Girlfriend Experience (GFE), la richiesta da parte del compratore di sesso di una finzione di relazione, una forma di esercizio di potere veicolato dal denaro ancora più subdola e violenta che rappresenta l’esatto controcanto della libertà di disporre di noi stesse: corpo e mente insieme, libertà per cui le donne hanno lottato e continuano a lottare.  Link al testo

Traduzione dall’inglese di Chiara C.

“La verità è che viviamo nel patriarcato e che il sex work semplicemente alimenta questa dinamica. Pensavo che facendomi pagare dagli uomini avrebbe pareggiato i conti, ma i soldi non sono assolutamente niente in confronto agli sforzi che ho dovuto fare per proteggere le cose importanti per cui inizialmente avevo scelto questo lavoro: la mia indipendenza, la mia libertà, la mia identità.
La mia esperienza come sex worker è che sono stata pagata per saziare il narcisismo maschile e in più per alimentare i principi stessi su cui si fonda la società patriarcale in cui viviamo. Sono stata pagata per far sentire un uomo al sicuro, sessualmente gratificato e superiore, non importa a che prezzo.[…]
Non sarei la donna che sono adesso se non avessi vissuto un’esistenza fittizia per così tanti anni. Ero letteralmente ridotta in schiavitù dal mio lavoro, ma oggi sono libera di vivere la vita alle mie condizioni. E sono qui per dirvi che non dovete adattarvi, sacrificarvi ed accettare di essere schiavizzate dalle costrizioni della società per celebrare il vostro essere uniche e la vostra libertà innata.”

A seguire una riflessione di Rebecca Mott sui fatti di Colonia.

Buon ascolto!

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