Cosa accadrebbe in Africa con la decriminalizzazione totale dell’industria del sesso

SPACE international il 9 luglio 2020 ha organizzato un webinar sulla decriminalizzazione totale . Le sopravvissute e attiviste Mickey Meji, Audrey Morrisey, Cherry Jimenez e Fiona Broadfoot parlano delle conseguenze che la decriminalizzazione totale dell’industria del sesso (ovvero di tutti coloro che lucrano sui corpi delle donne, proprietari di bordello e agenzie di escort) avrebbe in USA, Africa ed Europa. Abbiamo già pubblicato una prima parte che riguarda gli USA qui. Qui di seguito trovate la discussione che riguarda l’Africa.
Mickey Meji è una sopravvissuta sudafricana e un’attivista che si batte per l’abolizione della prostituzione in Sud Africa e a livello globale. Fa parte di SPACE international e di Embrace Dignity. Lavora con le donne e i giovani per sensibilizzare la società sui danni della prostituzione.
Traduzione in italiano di Chiara C.
Rachel Moran: Volevo chiederti Mickey se per te che ti trovi a Cape Town in Sud Africa che tipo di impatto avrebbe sulle donne nei paesi in via di sviluppo il modello della decriminalizzazione totale e tutto quello che è connesso con questo come il turismo sessuale perché sappiamo bene che espoderebbe da un giorno all’altro.
Mickey Meji: Mi lascia davvero perplessa quando questa questione della decriminalizzazione viene fuori, perché nella decriminalizzazione parziale lasciamo fuori gli sfruttatori e gli uomini e ci concentriamo solo sulle donne, c’è stato un webinar ieri nel quale si sosteneva che la criminalizzazione non avrebbe fermato le persone dal “vendere sesso” e si parlava solo delle persone che vendono sesso, ma quello che noi cerchiamo di fermare non sono le persone che vendono sesso che lo fanno solo perché esiste una domanda, come hanno detto Audrey e Cherie, la domanda crea il mercato, la decriminalizzazione totale e questo lo dico a partire dall’esperienza personale che ho maturato con le donne con le quali lavoro da anni, per noi questo modello non cambia il fatto che siamo ad alto rischio a causa della violenza maschile contro le donne. In un paese come il Sud Africa dove abbiamo dichiarato una vera e propria crisi a causa della violenza di genere le donne muoiono tutti i giorni per mano dei propri partner, con la decriminalizzazione totale quello che succederebbe sarebbe non dare alcuna alternativa alle donne nere povere, come hai detto prima non possiamo parlare del sistema prostituente senza menzionare il razzismo e il sessismo insieme. Specialmente in Sud Africa le donne di colore sono quelle che sono comprate e sfruttate nel sistema prostitutente con la decriminalizzazione totale saremo abbandonate nelle mani degli uomini che ci comprano, degli sfruttatori e dei proprietari di bordello, la decriminalizzazione totale sarebbe un disastro specialmente per le donne nere povere nella Repubblica del Sud Africa e a Cape Town. Ma vorrei anche rispondere a questa domanda che mi ha fatto una persona che ci sta guardando: “gli uomini hanno il diritto di comprare sesso?” hanno diritto di comprare una persona? Quando parliamo di diritti umani dobbiamo chiarire a chi ci riferiamo: stiamo parlando dei diritti umani di chi viene venduta e sfruttata o stiamo parlando dei diritti di chi ha il potere e il controllo e che vendono le donne per la loro gratificazione finanziaria o sessuale?
Rachel Moran: è vero Mickey di solito gli uomini non hanno il coraggio di rivendicare pubblicamente questo loro diritto se si esclude quando si parla di disabili, ho visto in TV tempo fa un uomo inglese non ricordo il nome della patologia da cui era affetto, il suo discorso era “sono disabile e ho bisogno del servizio” e ho pensato non ho mai visto un membro di un gruppo svantaggiato pretendere di sfruttare il membro di un altro gruppo svantaggiato proprio per il suo appartenere ad un gruppo svantaggiato. Era assolutamente assurdo e nessuno dei presenti glielo ha fatto notare sfortunatamente.
Audrey Morrissey: non ho mai visto gli uomini in prima linea dire apertamente “ci piace comprare le persone, dovete decriminalizzare questa cosa” vedo questi uomini privilegiati dirigere queste associazioni e poi dalle retrovie ancora una volta usare le donne per sostenere, portare avanti i loro privilegi, non ho mai visto uomini bianchi dire “ascoltate dovete decriminalizzare perché ci piace comprare le persone” questo la dice lunga che non sono mai visibili in prima linea in questo movimento, la gente non capisce perchè questi uomini prendono i fondi come per esempio l’industria del porno che dà un sacco di soldi, gli uomini usano le donne per portare avanti la propria agenda politica, loro non dicono una sola parola.
Fiona Broadfoot: non ci sono gli uomini seduti alla reception nei bordelli, ci sono uomini “d’affari” bianchi privilegiati che sono i proprietari dei locali ma mettono sempre una donna alla reception. Conosco molte donne che sono uscite lavorando alla reception perché erano disperate, non volevano più tornare a quella vita e poi vengono incriminate per la gestione del bordello, loro e non gli uomini, gli uomini invisibili come sempre.
Rachel Moran: Audrey ho una domanda per te da chi ci ascolta. Sfortunatamente non sono solo le persone bianche privilegiate a chiedere la decriminalizzazione totale, ma anche le persone del movimento Black Lives Matter come possiamo far capire specialmente ai loro leader alle donne nere di non abbracciare la retorica dell’industria del sesso qual è la causa di questa posizione: paura o cos’altro? E come possono le donne rispondere a questa situazione.
Audrey Morrisey: è una domanda eccellente. Ero stato invitata ad un webinar e una questione che avrei subito sollevato è che se le vite delle persone nere veramente contano mi stai dicendo che invece va bene che gli uomini bianchi privilegiati ci comprino? Quello che abbiamo bisogno che la gente capisca è prima di tutto che una donna di colore non è considerata alla pari di una donna bianca, una donna nera rispetto ad una donna bianca è sottoposta ad una maggiore violenza, le donne di colore sono abusate, stuprate in una percentuale maggiore sono incarcerate di più delle donne bianche per lo stesso cosiddetto ‘reato’ e quindi se io parlassi con queste persone direi “non vogliamo che le nostre donne siano arrestate”. Mi ricordo in D.C. in occasione di un dibattito per l’approvazione della decriminalizzazione totale di aver visto queste ragazze nere che venivano dai college, la stanza era divisa nei due fronti le persone che erano contro la decriminalizzazione e quelle che erano a favore e mi ricordo che facevano credere a queste giovani studentesse nere che fosse giusto decriminalizzare, viviamo in una società dove le persone vogliono decriminalizzare ogni cosa. Alla fine non ho partecipato a quel webinar ma quello che il movimento Black Lives Matter deve capire è che stiamo parlando di un’industria multimiliardaria, questo è un crimine, i proprietari di bordello faranno molti di più soldi di voi questo vuol dire che potranno compare la casa accanto alla vostra, aprire un bordello così che tu, i tuoi figli e i figli dei tuoi vicini vedranno che hanno il potere e i soldi per farlo. Immagina una donna nera che dice “è giusto che i bianchi comprino le donne e le bambine nere”, ricordiamo che la maggioranza dei compratori sono uomini bianchi di classe media con una famiglia. Queste organizzazioni come Black Lives Matter sono assolutamente impreparate su questo, non hanno capito che le persone di colore pagherebbero il prezzo più alto in caso di decriminalizzazione. La brutalità della polizia sarebbero le donne nere a farne le spese perchè non sono trattate come quelle bianche, questo è un fatto.
Fiona Broadfoot: Il film Pretty Woman ha fatto tanti danni glamourizzando la prostituzione. Ma la prostituzione è quello di cui tu parli Audrey, ed è incredibile come le persone abbiano creduto a tutto questo e venga considerato il più bel film, adesso è perfino a Broadway come musical, ma fammi il piacere!
Rachel Moran: Come possiamo fare Audrey per far sì che queste donne di colore prendano coscienza della realtà del mercato del sesso? Il commercio sessuale in America è la cosa più vicina alle piantagioni nel ventunesimo secolo quindi come possiamo far comprendere questa realtà evidente alle donne?
Audrey Morrisey: La risposta è la formazione. Abbiamo bisogno di formare queste persone di Black Lives Matter sulla realtà della prostituzione, devono ascoltare le sopravvissute che hanno vissuto e sofferto a causa della prostituzione. Come ha detto Cherry devono ascoltare le storie vere, devono sentire da loro il danno che provoca, devono frequentare uno dei nostri corsi perche non capiscono il circolo vizioso della violenza e il problema è che spesso ascoltano donne che non sono ancora uscite e non hanno preso consapevolezza dei propri traumi. Le donne che fanno la vita sviluppano problemi di salute mentale. E’ facile dire “black lives matter, approviamo la decriminalizzazione totale!” e la domanda è “se mai stato/a per 12-13 ore in posizione orizzontale tutti i giorni, hai idea di che cosa significhi?”è chiaro che non ascoltano chi dovrebbero ascoltare ovvero le persone che l’hanno vissuta. Sono stata messa sulla strada dal padre di mia figlia ma per tanti anni sono sta là da sola e pensavo di avere i miei soldi ma quando sono uscita e ho smesso di prendere droghe il trauma è cominciato a venire fuori e ho preso coscienza dei danni del trauma. Immagina che il tuo compagno con cui ti piace fare sesso ti chieda di farlo 10-20 volte al giorno, non è umanamente possibile come può pensare la gente che possa piacere fare sesso con sconosciuti che non hai mai visto questo non è un lavoro normale rispettato in società perche siamo “prostitute”. L’unico modo per cui puoi pensare sia normale è credere che esistano persone non umane. Devono sentire le donne che sono diventate tossicodipendenti per sopportare la prostituzione.
Cherry Jimenez: Nei nostri programmi di uscita la maggioranza sono donne di colore, molte di loro cresciute in case di accoglienza, l’orrore che hanno vissuto mi sconvolge, è fondamentale che queste voci siano ascoltate.
Audrey Morrisey: Proprio così Cherry, quando facevo la vita ti avrei detto “si decriminalizziamo tutto!”perchè in quel momento non avevo alcuna consapevolezza di quanto fossi a pezzi, le droghe mi tenevano sedata.
Rachel Moran: Volevo chiederti Mickey nel contesto africano conosco donne in prima linea in Kenia mi hanno parlato del turismo sessuale sulla costa e la nazionalità di questi turisti è europea: tedeschi, inglesi e francesi potrebbero esserci anche italiani ma non ho informazioni precise. Questa situazione è ripugnante e disgustosa sto cercando di immaginare cosa succederebbe sei gli sfruttatori e i proprietari di bordello fossero decriminalizzati una situazione come quella verrebbe riprodotta, si replicherebbe in numerose zone dell’africa incluso il sud Africa. In Nuova Zelanda adesso dopo la decriminalizzazione totale vogliono togliere anche l’articolo 19 che stabilisce che è illegale che una persona straniera apra un bordello in Nuova Zelanda, se questo articolo effettivamente sarà abrogato riusciranno a far passare dalla porta sul retro la decriminalizzazione della tratta. Il linguaggio per descrivere la tratta non è più usato nel PRA, quando l’ho saputo ho pensato a che cosa significherebbe se questo fosse approvato a livello globale. La tratta è rampante a livello globale e con una decriminalizzazione di fatto cosa succederebbe se venisse trasposto il modello neozelandese in Sud Africa?
Mickey Meji: Da quello che ho appreso quando sono andata in Nuova Zelanda 9 anni fa dalle donne che si trovavano nella prostituzione prima e dopo l’approvazione della legge, innanzitutto la legge non le aveva protette dalla violenza che subivano, l’unica cosa per cui le aveva protette era il fatto di non essere catturate dalla polizia. La legge dice che solo quattro persone possono lavorare insieme senza alcun permesso quindi ci sono papponi che aprono case diverse con quattro donne ciascuna e accade che uno sfruttatore ha 40 donne, ma che operano in luoghi diversi. Riguardo la situazione in Kenia c’e un aspetto a cui pensavo due giorni fa, i colonizzatori quando occupano un luogo fanno tutto quello che vogliono con il popolo colonizzato, questo è quello che è successo con gli olandesi che sono arrivati in sud Africa e così per tutti i colonizzatori nel resto dell’africa. Il Sud Africa rappresenta 3 diverse mete: la destinazione, la fonte e il paese di transito per la tratta di esseri umani e la maggioranza delle persone che sono trafficate sono donne per essere sfruttate sessualmente. Quindi se decriminalizziamo il mercato del sesso con la situazione che c’è adesso in Kenia in Mombasa nella parte affetta dal Turismo sessuale avremo un alto tasso di tratta all’interno dei confini del sud Africa. Nel nostro territorio abbiamo delle province rurali e molto povere questo significherebbe che le ragazze innocenti dei piccoli villaggi agricoli sarebbero trafficate per soddisfare la domanda dei turisti sessuali che chiedono “ragazze dei villaggi” secondo l’idea che questi hanno di come dovrebbero essere le ragazze nere ovvero secondo lo stereotipo colonialista.
Rachel Moran: Quello che stai descrivendo Mickey è una tempesta perfetta di oggettificazione, reificazione delle donne senza freni. Del resto in Nuova Zelanda come descrivevi bene basta essere quattro donne e non hai bisogno di alcun permesso per aprire un bordello e quindi nessuno viene a controllare che ci sia sfruttamento.
Mickey Meji: Una volta in Nuova Zelanda sono stata in un bordello dove veniva esplicitato che l’uso del preservative era obbligatorio, ma in tutto il tempo che sono stata là non c’era nessuno che controllava che il preservativo venisse usato e quindi mi dicevo “ma di cosa parla questa gente? questo è davvero ridicolo!” Era soltanto una regola scritta, ma quello che poi accade dietro la porta chiusa è soltanto tra la donna prostituita che non ha alcun potere di negoziazione e il compratore perchè le donne nella prostituzione non vengono infettate dall’AIDS o da altre malattie a trasmissione sessuale per la mancanza di preservativi, ma accade per l’assenza di potere che hanno di imporre l’uso del preservativo.