Categoria: Pubblicazioni

Donne, emigrazione e prostituzione in Europa: non si tratta di “sex work”

Queste donne, che si suppone dovremmo chiamare sex worker, sarebbero sorprese di questa descrizione occidentale e neoliberista di quello che fanno. Questo perché la maggior parte delle donne migranti sopravvivono alla prostituzione così come si sopravvive ai disastri naturali, alle carestie o alla guerra. Non lavorano nella prostituzione.

Rachel Moran, “Stupro a pagamento”: la normalizzazione della prostituzione come “sex work”

Esistono abilità particolari che sono necessarie per eseguire un qualsiasi lavoro. L’abilità di controllare il riflesso del vomito; l’abilita di controllare la voglia di piangere; l’abilità di immaginare che la realtà che stai vivendo non esiste. Queste sono le abilità necessarie per mettere in atto quello che alcuni vorrebbero veder normalizzato come “sex work”

Donne come fenici: la rinascita nella sorellanza

Siamo state entrambe carni in vendita, siamo state tastate ed esaminate da mille occhi e mille mani per capire se fossimo davvero carne tenera, e lo eravamo, poco più che bambine. Ciò che avevamo in comune? Il desiderio di autodistruzione, perché è questo che accomuna le donne che non hanno più rispetto di se stesse, quelle a cui non importa più nulla del proprio corpo

Traduzione come atto politico: Resistenza Femminista traduce il libro dell’attivista sopravvissuta Rachel Moran “Stupro a pagamento. La verità sulla prostituzione”

Quando è uscito il suo libro abbiamo capito che eravamo di fronte ad un momento storico decisivo per il movimento femminista: le donne prostituite erano soggetti politici che denunciavano la violenza subita e chiedevano l’abolizione del sistema prostituente.

«You can’t be what you can’t see». La violenza simbolica nei media

Nella retorica “postfemminista” diffusa dai media, la parità dei diritti è conquistata, il femminismo è superato e contestato, e parole chiave come autodeterminazione, scelta, libertà sessuale perdono valore politico e in un nuovo messaggio individualistico propongono un modello di donna che sceglie autonomamente di oggettificarsi: una consumatrice-consumabile perfetta per il patriarcato neoliberista.