“Libera la vita”: la nostra compagna Adelina da ex vittima di tratta ad attivista contro il racket della prostituzione
La nostra compagna Adelina, ex vittima di tratta ha lanciato la campagna “Libera la Vita” per denunciare la complicità dei clienti con il racket della prostituzione dimostrando che gli uomini che comprano le donne sulle strade italiane anche quando sanno benissimo che si tratta di donne schiavizzate dimostrano indifferenza e addirittura cercano di fare “affari” cercando di estorcere il prezzo più basso possibile.
Il suo messaggio di protesta contro l’uso del termine “sex workers migranti” per definire le donne migranti prostituite ha fatto il giro del mondo ed è stato tradotto in 8 lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo, bulgaro, arabo, russo, ebraico), la sua testimonianza è stata citata nella lettera inviata dalle compagne femministe abolizioniste e firmata anche da Resistenza Femminista, al Partito Nazionale Scozzese che proprio di recente ha approvato una risoluzione a favore del modello nordico
La nostra lotta continua insieme al movimento internazionale delle sopravvissute all’industria del sesso e tutte le sorelle femministe abolizioniste.
Our sister Adelina, survivor of sex trafficking launched a campaign “Free Life” to denounce the complicity of punters with traffickers showing how the men who buy women on Italian streets are perfectly aware that the women are enslaved by traffickers but they didn’t care and they even try to make a “bargain” and estorce the lowest price possible.
Her message to protest against the use of the term “migrant sex workers” to define migrant women who are prostituted spread all over the world and it has been translated in 8 languages (English, French, German, Spanish, Bulgarian, Arabic, Russian and Hebrew), her testimony has been quoted in the letter sent by feminists abolitionist activists, signed by Resistenza Femminista too, to the Scottish National Party which has recently approved a resolution in support of the Nordic Model.
Salve a tutti,
sono Adelina, ex vittima di tratta e schiava del racket della prostituzione, libera grazie alla Polizia di stato della Questura di Varese. Grazie alla mia denuncia fu sgominato un grande giro di tratta e processati circa 40 sfruttatori.
Insieme alle sorelle di battaglia del collettivo Resistenza Femminista lotto tutti i giorni a favore delle vittime della tratta di esseri umani, delle donne violentate e costrette a prostituirsi. Ho sentito spesso ultimamente – anche purtroppo da ambienti che si definiscono femministi – usare il termine “sex workers migranti” per definire le donne migranti prostituite in strada. Noi respingiamo ciò con forza, perché queste donne sono invece schiave del racket della prostituzione.
I clienti che vanno a cercare rapporti a pagamento sulle strade sono complici di questa schiavitù: loro sanno benissimo che le donne sulle strade sono costrette a prostituirsi.
Posso dimostrarlo con questi video da me realizzati con una microcamera a orologio prestatami da un’agenzia investigativa, in cui ho ripreso me stessa mentre faccio finta di prostituirmi e chiedo ai clienti che si fermano un prezzo di 70 euro. Loro rispondono che è troppo caro, allora io replico che se non porto i soldi a casa i miei sfruttatori mi picchiano. Nonostante questo, loro insistono per lo sconto. E’ evidente, quindi, che i clienti sanno benissimo che quelle donne sono schiave e se ne fregano!
Dobbiamo lanciare una campagna di sensibilizzazione su come il cliente è consapevole di pagare un rapporto a pagamento a schiave della tratta e del racket della prostituzione. Donne che veramente piangono in silenzio.
Io da ex schiava, insieme alle mie sorelle di Resistenza femminista, desidero fermare la domanda e per questo invito tutti e tutte a unirsi a noi contro le proposte di regolamentazione della schiavitù della prostituzione e perché l’Italia adotti presto il modello nordico per combattere veramente lo sfruttamento delle donne e la tratta degli esseri umani.
Mi scuso per la qualità dei video che non è ottimale, ma se qualcuno potrà darmi mezzi migliori, potrò fare di meglio. Mille grazie all’agenzia che mi ha prestato i mezzi. Chiedo scusa, infine, per il mio linguaggio, ma purtroppo è quello che si parla sulle strade e ho dovuto utilizzarlo..
CAMPAGNA LIBERA LA VITA – ADELINA
Cos’è il modello nordico:
E’ un modello adottato negli ultimi anni molti Paesi (Svezia, Norvegia, Islanda, Lettonia, Francia, Irlanda del Nord, Irlanda e Canada), che hanno riconosciuto l’origine patriarcale della prostituzione e della tratta e hanno deciso di seguire gli orientamenti delle Nazioni Unite su tali questioni.
I criteri su cui si basa sono i seguenti:
– Tutte le persone comunemente dette “prostitute” lo diventano per necessità di sopravvivenza e per non aver avuto una vera possibilità di scelta tra diverse opzioni; non devono perciò essere punite per la loro attività, ma la legge deve piuttosto garantirle;
– La questione si deve spostare su chi compra le “prostitute” in cambio di servizi sessuali, poiché tale individuo ha il potere economico e sociale e la sua scelta è libera;
– Lo Stato deve offrire le risorse necessarie per incoraggiare e sostenere chi desidera uscire dalla prostituzione, affinché possa farlo in maniera dignitosa.
Una risposta
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