Abolition means Love! Abolizionismo e relazioni
Ringraziamo la psicoterapeuta e attivista Ingeborg Kraus che ci ha autorizzate a tradurre un suo intervento che si è tenuto alla Conferenza sul mercato del sesso organizzata da TALITA il 2 ottobre 2017. Lo scambio con Ingeborg è incominciato più di un anno fa, quando nel nostro collettivo abbiamo iniziato ad indagare sul legame tra trauma e prostituzione, a partire anche da esperienze personali e dalla lettura di testi fondamentali come quello di Judith Herman. Ingeborg da tempo denuncia il fallimento della legge tedesca, che invece che mettere fine alla tratta e allo sfruttamento sessuale ha fatto aumentare la prostituzione del 30%, e che come dice l’ufficiale di Polizia Paulus “ha trasformato i criminali in rispettabili uomini d’affari”, i quali tengono in schiavitù donne provenienti per il 90% dall’Est Europa. Al centro del discorso di Ingeborg c’è la libertà sessuale, l’amore libero dalla violenza patriarcale per cui le femministe da sempre si sono battute. Molti sostenitori e sostenitrici dell’industria del sesso rivendicano che la prostituzione e la pornografia abbiano permesso alla donne di conquistare la libertà sessuale attraverso il disporre libero dei propri corpi nello scambio con i compratori, ma la realtà dei bordelli tedeschi ci parla di stupri ripetuti a cifre stracciate, del doppio sfruttamento sessuale di clienti e papponi, una realtà dove la violenza più estrema è normalizzata e le donne più povere e vulnerabili condannate alla marginalità sociale, ad essere abusate dai ricchi colonialisti tedeschi per poi essere rispedite una volta inutili al loro paese di origine, più povere e traumatizzate di prima. Un olocausto che si sta consumando nel silenzio generale di una larga parte della popolazione tedesca e non solo. La libertà sessuale e le relazioni umane sono quanto di più lontano da un mercato che distribuisce come su un nastro trasportatore tranci di “carne fresca”, spesso di ragazze minorenni sacrificate per la soddisfazione di chi detiene il potere e che può comprarsi con 50 euro birra, salsiccia e donne “all you can eat”.
Traduzione dall’inglese di Chiara C. e Giulia
L’anno scorso ho attraversato il Canada in tour con Simon, eravamo proprio un bel team: io ero la “cattiva”, che parlava della situazione in Germania, e lui era il “buono”, che proponeva le soluzioni. Alla fine mi ha detto: “Sai Ingeborg, dovresti venire in Svezia anche tu”. Gli ho chiesto: “E cosa verrei a fare io in Svezia? La gente mi caccerebbe”. “No, vedi”, ha risposto, “siamo così abituati alla legge che le persone non si rendono conto di quanto sono fortunate”.
15 anni fa la Germania, al contrario della Svezia, ha deciso di regolamentare la prostituzione abbattendo in realtà ogni tipo di norma, con il risultato di creare l’inferno sulla terra. Non scenderò in dettagli, lo farà Manuela Schon questo pomeriggio. Solo per fare due esempi: prima di venire qui, due ispettori di polizia mi hanno messa al corrente sugli ultimi dati. Helmut Sporer mi ha detto che la prostituzione è aumentata del 30% dal 2002. Abbiamo commesso un enorme errore con questa legge e abbiamo imboccato una strada assolutamente sbagliata. La prostituzione non ha niente a che fare con la libertà sessuale, sono solo i soldi che contano, dice Sporer. I profitti di questo mercato sono enormi: parliamo di circa 15 miliardi di euro all’anno.
Oggi abbiamo bordelli a tariffa forfettaria dove puoi pagare 50 euro e avere una birra, una salsiccia e donne senza limiti. Per andare incontro alla domanda crescente di sesso a pagamento sono stati creati mega-bordelli, come il “Pasha” a Colonia, con i suoi 10 piani e le sue 150 donne che ci “lavorano”. Possiamo osservare una riduzione nelle tariffe per le donne: 30 euro a rapporto sessuale, quando le donne devono pagare circa 160 euro per una stanza e 25 di tasse al giorno; questo vuol dire che devono servire 6 uomini prima di iniziare a guadagnare. La violenza è aumentata, i clienti sono diventati più brutali e le pratiche sessuali più pericolose e depravate. Prima della legge del 2002 i compratori avevano la coscienza sporca per quello che facevano. Ora non più. Vogliono di più. Sempre di più. Il linguaggio è cambiato, le donne vengono disumanizzate, sono chiamate “carne fresca”, “ultimi arrivi ”… linguaggio da supermercato.
La prostituzione, nel modo in cui è gestita in Germania nella maggioranza dei casi, equivale a servire le donne ai clienti in una catena di montaggio. Le donne nei bordelli tedeschi sono considerate macchine che devono “produrre” sempre di più. È un’industria che sfrutta i corpi delle donne sotto l’egida delle regole più capitaliste, e in nessun modo riguarda le relazioni umane.
E ovviamente tutto ciò attira il crimine organizzato internazionale. Manfred Paulus, un ufficiale di polizia che ha lavorato per oltre 30 anni in questo ambiente, dice che il quartiere a luci rosse è nelle mani delle organizzazioni criminali. Coloro che hanno fatto la legge nel 2002 sono stati incredibilmente ingenui: hanno permesso a dei criminali di diventare dei rispettabili uomini d’affari. E questa criminalità non rimane dietro le porte chiuse dei bordelli. Lo stato è diventato il pappone delle donne più vulnerabili.
La Germania è diventata il bordello d’Europa, ma non sta sacrificando le sue donne. Ad oggi circa il 90% delle donne viene dall’estero, principalmente dai paesi europei più poveri, come Bulgaria e Romania. Queste donne – quando sono ormai del tutto distrutte – vengono semplicemente rispedite indietro. Potete immaginare cosa voglia dire per questi paesi. Immaginate se ogni anno 10,000 donne svedesi tornassero in Svezia completamente traumatizzate dall’esperienza nei bordelli tedeschi. Sarebbe un disastro nazionale, che avrebbe conseguenze sull’intera popolazione per generazioni. Come per una guerra, dopo la quale c’è bisogno di tanto tempo per riprendersi. E per cosa vengono sacrificate queste donne? Per cosa sono mandate in una situazione paragonabile ad una guerra? Per proteggere il paese da invasori o terroristi? No, queste donne sono sacrificate affinché gli uomini tedeschi possano fare sesso!
Al momento i politici stanno cercando di proporre piccoli cambiamenti alla legge. Che è come cercare di correggere il 10% degli “sbagli” fatti. Ma non è abbastanza. Tutto questo deve finire! Abbiamo bisogno del modello svedese in Germania!
Quando pensiamo alla regolamentazione della prostituzione dobbiamo prima porci una domanda fondamentale: la vagina può essere usata come uno strumento di lavoro? Puoi usare la vagina come un aspirapolvere o un tubo di plastica? Dal punto di vista medico non è possibile, perché gli organi sessuali femminili sono connessi attraverso il sistema nervoso autonomo a tutto il nostro corpo, molto più di quanto non lo siano gli organi sessuali maschili. È come un sole che risplende in ogni angolo del nostro corpo. E’ per questo che se una donna viene toccata da una persona che ama veramente, anche se solo sul collo o sulla mano, può eccitarsi. La nostra vagina è connessa direttamente al nostro cervello. Non puoi disconnettere la vagina dal corpo e dal cervello. Dal punto di vista anatomico è impossibile. La prostituzione è possibile sono in uno stato patologico di dissociazione.
La prostituzione non è mai una scelta, è sempre sfruttamento sessuale. Le donne vogliono essere amate, non scopate. Lottare per l’abolizione della prostituzione vuol dire mandare un messaggio di amore a tutte le donne. In un momento di cambiamenti epocali nella storia umana, nell’era della digitalizzazione e dei sex robot, i nostri valori umani vengono messi alla prova. Li dobbiamo preservare e per le nostre relazioni dobbiamo scegliere l’amore.
Il fatto che chiudiamo un occhio davanti alla violenza a cui sono esposte alcune donne mette in evidenza molti aspetti disfunzionali della nostra società.
La necessità di abolire la prostituzione viene ancora messa in dubbio, persino da chi si ritiene femminista, nonostante il fatto che la questione non sia affatto difficile da capire. Basta chiedere ad un qualsiasi politico se vorrebbe che sua moglie o sua figlia si prostituissero. La risposta è chiara: NO! Questo cosa vuol dire? Ci sono donne più adatte… o piuttosto… disadattate che sono adatte alla prostituzione e altre che non lo sono. Possiamo permettere che le donne vengano divise in due diverse categorie?
È anche il riflesso di una società spaccata. Equivale a trattare in maniera umana persone che “sono uguali a noi” e in maniera molto meno umana, persino crudele, le altre. Questo cosa dice su di noi se non che non siamo più colpiti dalla sofferenza degli altri? Siamo, come diceva Derrida, in guerra con la nostra capacità di provare compassione.
Accettare il male è arrendersi alla violenza contro le donne. È accettare di vivere in una società ingiusta. È il riflesso di una società che perde la sua anima. Perché e come è possibile, specialmente in una società che si dice democratica? Perché la Germania non riesce a vedere la violazione di fondamentali diritti umani? Perché questa società, considerando anche un passato macchiato da crimini contro l’umanità, non vuole vedere la violenza contro le donne?
La settimana scorsa, Angela Merkel è stata rieletta cancelliera. Contemporaneamente abbiamo assistito alla campagna elettorale più noiosa della storia. Molti temi importanti non sono stati trattati affatto e la prostituzione e il traffico di esseri umani non sono stati neanche lontanamente presi in considerazione, semplicemente non erano nell’agenda politica, non sono stati discussi, ma totalmente ignorati. Perché? Si tratta di questioni della massima importanza!
Conosco una politica che ha votato a favore del modello svedese al parlamento europeo e poi contro nel suo stesso partito. Beh, da psicologa, direi che ha una doppia personalità. Ma lei non la vede come una contraddizione. Dice che non avrà la maggioranza, la proposta fallirà, perciò non vale la pena combattere. Di fatto, è la quintessenza dell’opportunismo. Molti politici temono che la loro carriera subisca dei danni. Non vogliono rischiare nulla, e quindi non combattono per i cambiamenti necessari. Questo atteggiamento è il riflesso di una crisi della democrazia. Queste persone sono responsabili di quello che sta succedendo a livello globale: stanno dando adito alla crescita dei movimenti di estrema destra che vediamo non solo in Europa, ma in tutto il mondo.
Signore e signori, la questione è molto seria. Al World Congress of Women’s Mental Health [congresso mondiale sulla salute mentale delle donne], che ha avuto luogo quest’anno a Dubino, il messaggio era chiaro: lo sviluppo sano e sostenibile di una società dipende dalla salute mentale delle donne. E la salute mentale delle donne è direttamente connessa al rispetto dei loro diritti nella società: parità di genere, protezione da ogni forma di violenza, diritti riproduttivi, accesso all’assistenza sanitaria.
Queste sono alcune immagini impressionanti dell’anno scorso: l’immagine di Donald Trump, circondato da dozzine di uomini, che firma un decreto contro l’aborto. Poi la legge firmata da Putin che autorizza la violenza domestica. E il crescere del radicalismo islamico, che opprime le donne in molto paesi musulmani, è spaventoso.
Il messaggio di questo congresso era molto chiaro: la salute mentale delle donne dovrebbe essere una priorità nell’agenda politica di ogni paese. Siamo ancora molto lontani da questo obiettivo, e siamo testimoni del peggioramento dello stato dei diritti delle donne in tutto il mondo! Un forte appello è stato lanciato durante questo congresso: “Psicologhe e psicoterapeute di tutto il mondo, entrate in politica!”.
Ma perché le donne in Germania non gridano? Perché non corrono per le strade dicendo che non vogliono che le loro sorelle siano stuprate nei bordelli? RImangono in silenzio. Perché? Perchè le donne tedesche rimangono in silenzio?
Dovete sapere che la violenza sessuale è il trauma più duro che una donna possa subire. La spezza, porta gravi conseguenze su di lei. E’ peggio di un soldato che torna dalla guerra con la sindrome da stress post-traumatico. Le donne stuprate sono traumatizzate in maniera molto più profonda.
Da terapeuta specializzata in terapia del trauma so che quando neghi la realtà dietro deve esserci un trauma che non è ancora stato superato. Non lo vuoi vedere perché ti causa dolore e paura.
Quando parliamo di trauma, dobbiamo capire le dinamiche del trauma. La prima regola è rimanere in silenzio, mantenere il segreto su ciò che è stato fatto a qualcuno. Quando parliamo di trauma, dobbiamo anche pensare in termini di trauma individuale e trauma collettivo e a come entrambi toccano la nostra comunità. Quindi mi chiedo qual è il trauma che le donne tedesche non hanno superato e a causa del quale oggi vivono in uno stato collettivo di rifiuto della realtà?
– Ha a che fare con gli stupri di massa di donne tedesche commessi dai soldati alleati dopo la seconda guerra mondiale?
– Ha a che fare con gli abusi sessuali che in Germania avvengono ancora su larga scala?
– Ha a che fare con la violenza sessuale o le molestie sessuali che le donne subiscono costantemente?
Questo processo di negazione del trauma e di repressione del dolore è apparentemente molto diffuso in Germania, e sembra quasi che sia stato trasmesso di generazione in generazione.
Se non superi un trauma questo ritornerà, come ha già detto Janet 100 anni fa. Quindi mi chiedo, questo silenzio sulla prostituzione ha forse qualcosa a che fare con la nostra storia? Le donne sono state stuprate e sono dovute rimanere in silenzio. Ora i loro uomini stuprano, e loro ancora una volta rimangono in silenzio.
Per guarire da un trauma bisogna esprimere a parole ciò che è nascosto e svelare le bugie. Se vogliamo cancellare un trauma, dobbiamo dire la verità. Questo è un messaggio importante anche per te: Non rimanere in silenzio, alza la voce, perché se rimaniamo in silenzio diventiamo un ingranaggio nel sistema dei colpevoli e disonoriamo le vittime. Quindi fatti sentire per quelle donne che non possono farlo perché la nostra società le incatena ad una bugia.
A questo punto voglio esprimere la mia più grande ammirazione per Josephine e Anna, che hanno fondato Talita perchè hanno capito quello che non andava nella società e hanno deciso che bisognava intervenire per cambiare le cose.
Grazie!
Dr. Ingeborg Kraus
Una risposta
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