Ingeborg Kraus: Il “modello tedesco”, 17 anni dopo la liberalizzazione della prostituzione
E’ stato un onore incontrare la dottoressa Ingeborg Kraus, psicotraumatologa di fama internationale, da anni impegnata a fianco delle donne prostituite per l’abolizione del sistema prostituente. Ingeborg Kraus ha conseguito un dottorato in psicologia con specializzazione in comportamentismo. Membro della Società Tedesca di Psicotraumatologia, la Società Tedesca sul Trauma e la Dissociazione e la Società Europea per la sindrome da stress post traumatico. Ha pubblicato numerosi articoli sul Trauma come fattore d’ingresso nella prostituzione e tiene conferenze su questo tema in vari paesi mondiali. In seguito all’indifferenza dimostrata dalla comunità internazionale durante la Guerra nell’ex Jugoslavia non ha voluto rimanere immobile e ha deciso invece di rendersi utile. È stata impegnata sul fronte umanitario dal 1994 fino al 2003 in Bosnia e nel Kosovo. Una volta rientrata in Germania ha lavorato in varie cliniche di salute mentale specializzate in psicosomatica e dipendenze. Dal 2012 ha aperto uno studio di counselling psicoterapeutico a Karlsruhe. Ha curato più di 1000 donne, tra queste, molte vittime di prostituzione. La dottoressa Kraus ha lanciato l’appello degli psicologi Tedeschi esperti sul trauma contro la prostituzione (http://www.trauma-and-prostitution.eu/der-appell/)ed è la co-fondatrice del Gruppo “Stop Sexkauf”, ha lanciato la petizione internazionale per abolire la prostituzione in Germaniahttps://www.change.org/p/sexkauf-bestrafen-prostitution-abbauen. Ingeborg ha fondato il gruppo “Scienziati per un mondo senza prostituzione” che ha sede a Karsruhe in Germania, un Gruppo di esperti sulla salute (medici, psicologi e traumatology) che offrono assistenza medica e psicoterapeutica alle donne in prostituzione. Questo Gruppo ha redatto un manifesto nel quale si dichiara che la prostituzione è umiliante, degradante e una violazione dei diritti umani universali, che è un atto di violenza e che perpetua la violenza nella vita delle donne. In altre parole non esiste alcuna “prostituzione buona”. Il Gruppo chiede una legge che attribuisca la responsabilità agli uomini insistendo su un approccio legale che penalizzi i compratori di sesso perchè dicono sono stanchi di dover “riparare le donne'” mentre c’è una politica che incita gli uomini a “distruggere le donne”. Il manifesto è stato firmato dai più celebri e più influenti psicologi esperti sul trauma in Germania. L’obiettivo è quello di informare sulla realtà della prostituzione e i suoi effetti dannosi sulla salute, informare sugli effetti disastrosi di una legge che regolamenti la prostituzione, attirare l’attenzione sulla presenza e la voce degli esperti sulla salute che sono in diretto contatto con le vittime della prostituzione: condividere la propria esperienza clinica così come i testi e gli studi scientifici sulla prostituzione.
L’intervento di Ingeborg nel nostro Parlamento in occasione del convegno sull’industria del sesso e la tratta di esseri umani è stato di importanza fondamentale per fare a pezzi il mito del “modello regolamentarista”, secondo il quale quando la prostituzione viene equiparata ad un qualsiasi lavoro e le donne pagano le tasse ecco che la tratta scompare, così come la criminalità e la violenza dei clienti. La realtà invece è l’esatto opposto di questo falso mito che fa comodo a misogini e sfruttatori: il “modello tedesco” come spiega Ingeborg anzichè proteggere le donne approfitta della loro condizione di vulnerabilità socio-economica (nei bordelli tedeschi il 95% sono straniere principalmente dell’Est Europa come Romania, Ungheria, Bulgaria) per sfruttarle sessualmente ed economicamente, sottoponendole ad ogni genere di violenza. I loro diritti umani sono calpestati in ogni modo, le pratiche sessuali richieste dai clienti sempre più violente, gli sfruttatori impongono tariffe stracciate, le famose “flat-rate” dove con pochi euro puoi avere donne illimitate così che le donne prostituite sono costrette a servire un minimo di 6 clienti prima di iniziare a guadagnare qualcosa (i guadagni servono prima di tutto a pagare il costo della stanza e le tasse giornaliere che gravano su di loro e non su chi le sfrutta!). E’ diventata spiega Ingeborg “la prostituzione della povertà”. Lo stato tedesco sacrifica migliaia di donne povere sull’altare dei cosiddetti “bisogni sessuali” dei compratori che possono fare sesso quanto vogliono, con chi vogliono e alle loro condizioni. La domanda di sesso è cresciuta in modo esponenziale e di conseguenza la tratta, i trafficanti si muovono in un regime di totale impunità come dichiara l’ispettore capo della polizia Manfred Paulus. Le donne non hanno alcuna capacità decisionale sui loro corpi che appartengono al sistema prostituente che prima le sfrutta distruggendone la salute fisica e psichica (Ingeborg che è psicotraumatologa ha assistito moltissime di queste donne) e poi le butta via: queste donne vengono rispedite nel loro paese di origine completamente traumatizzate, malate e povere come erano partite senza più un’identità, nè un futuro. Ingeborg punta il dito contro gli stati patriarcali che sono veri e propri stati papponi, su di loro grava la responsabilità storica dell’aver favorito lo sviluppo di un’industria criminale, quella del sesso che distrugge migliaia di vite umane ogni giorno. Esiste poi un dramma parallelo: quello delle “donne ombra” le compagne, mogli dei “clienti”, costrette a subire l’umiliazione e il trauma di sapere che il proprio compagno usa i corpi delle donne prostituite. La voce di queste donne che ingeborg ha assistito è completamente assente nel dibattito sulla prostituzione, ma i danni del sistema prostituente si ripercuotono sull’intera società: anche le donne non-prostituite subiscono la violenza dei compratori, loro partner, dentro le mura di casa. E le stesse donne prostituite sono spesso vendute dai membri della loro famiglia a partire da fidanzati, compagni, mariti. Il sistema prostituente mina alle radici la sopravvivenza dell’intera società civile e l’unica soluzione come ci ricorda Ingeborg è abolire, mettere fine alla schiavitù di migliaia di donne e minori nel mondo.
Traduzione dall’inglese di Chiara C.
Potete leggere l’originale in lingua inglese nel sito curato da Ingeborg Kraus “Trauma and Prostitution”.
Sono onorata di essere qui oggi e poter condividere con voi la nostra esperienza con una legge che ha regolamentato e normalizzato la prostituzione. Il modello Tedesco è una legge che anzichè proteggere le donne ha creato l’inferno sulla terra per loro. Uso questo paragone forte di proposito perche la situazione in Germania è davvero molto preoccupante. Vi illustrerò in sintesi queglli che sono gli effetti della legge.
Prima che venissi a questa conferenza ho parlato con due ispettori di polizia che hanno una lunga esperienza in questo settore: Helmut Sporer and Manfred Paulus. Sporer[1]mi hanno riferito che la prostituzione è aumentata fino al 30% dal 2002. Abbiamo fatto un errore norme ad approvare questa legge e siamo andati in una direzione che pochi immaginavano sarebbe stata così disastrosa. La prostituzione non ha niente a che fare con la liberazione sessuale, l’unica cosa che conta sono i soldi. I profitti di questo mercato sono enormi: stiamo parlando di 15 miliardi di euro di transazioni ogni anno[2]. É diventato un importante settore industriale nel quale i corpi delle donne sono oggettificati e usati come beni di consumo.
I bordelli registrati in Germania sono 3500, ma sappiamo che i bordelli illegali sono almeno quella stessa cifra. Per cui l’obiettivo principale della legge che doveva essere quello di mettere fine alla prostituzione illegale ha completamente fallito.
In Germania, la normalizzazione della prostituzione e la garanzia della totale impunità per i compratori di sesso ha portato ad un incremento enorme della domanda. Abbiamo assistito alla creazione di mega bordelli con la capacità di accogliere fino a 1000 compratori di sesso e perfino di più. Nei bordelli a tariffa fissa con 70 euro puoi comprare una birra, una salciccia e donne illimitate.[3]Questo modello economico che si basa sullo sfruttamento sessuale delle donne comporta uno sfruttamento economico[4]: guadagnano 30 euro per ogni rapporto, ma devono pagare 160 euro per la stanza e 25 euro di tasse al giorno- devono quindi servire 6 uomini prima di iniziare a guadagnare qualcosa. Queste donne sono sottoposte alle regole del mercato capitalista nella sua forma più spietata: i loro corpi sono sfruttati al massimo. Siamo di fronte alle stesse condizioni di lavoro disumano che pensavamo di esserci ormai lasciati alle spalle con l’inizio del 20esimo secolo: queste donne vivono, mangiano e dormono nella stessa stanza dove ricevono i loro “clienti”. Molte di loro conducono una vita nomade, si spostano da una città all’altra, da un bordello ad un altro in modo da offrire “varietà” ai compratori di sesso.
Il comportamento di questi compratori di sesso è diventato sempre più perverso con la legge che ha normalizzato la prostituzione[5], il cui messaggio per gli uomini è chiaro: esiste il diritto a comprare atti sessuali e non c’è più alcun bisogno di sentirsi in colpa per questo. I clienti perciò si vedono in diritto di chiedere sempre più “servizi” al prezzo più basso possibile.
Lo Stato Tedesco è responsabile del diffondersi di pratiche sessuali che sono totalmente incompatibili con la dignità umana. Vi risparmio i dettagli, ma oggi, è completamente legale, comprare una donna e pisciarle in faccia, fare stupri di gruppi o forzarla ad ingoiare lo sperma.
La composizione delle donne prostituite è cambiata. Con l’apertura dell’Europa ad Est, le donne provengono dalle regioni più povere dell’Europa: Romania, Bulgaria – e le minoranze come quella ROM che vivono in estrema povertà. Oggi circa il 95% delle donne prostituite proviene da altri paesi. È diventata la prostituzione della povertà “ il 30% di queste donne sono giovani, sotto i 21 anni. Vengono spesso sacrificate dalle loro famiglie per ricevere sostegno economico. La maggioranza non parla tedesco. Queste giovani donne vengono in Germania e devono soddisfare i desideri perversi di questi compratori. Non possono in alcun modo difendersi o dire di no. Sono completamente sopraffatte dalla situazione e traumatizzate.”[6]Élo stato Tedesco che abbandona le donne più vulnerabili e le consegna agli uomini d’affari criminali e ai predatori sessuali.
Le condizioni di lavoro e il livello di igene è diventato disastroso. Di più di 400.000 mila donne prostituite solo 44 si sono registrate come autonome[7]. La stragrande maggioranza resta nell’illegalità questo comporta che non hanno accesso alla previdenza sociale e a nessun genere di assistenza medica. Lo stato tedesco permette lo sfruttamento di queste donne e favorisce la loro distruzione da parte dell’industria del sesso senza garantire nessuna forma di protezione sociale.
Secondo uno studio recente[8]condotto dal ginecologo Wolfgang Heide che ha lavorato con le donne prostituite le condizioni di salute di queste donne sono catastrofiche, a 30 anni hanno già segni di invecchiamento precoce, hanno dolori cronici addominali, gastritis e infezioni frequenti dovute alle condizioni di vita dannose per la salute. E ovviamente ogni genere di malattia sessualmente trasmissibile. Il trauma psicologico viene sopportortato facendo uso di alcool e farmaci. C’è una domanda crescente di donne incinte. Queste donne devono servire dai 15 ai 40 clienti al giorno fino al momento del parto. Molto spesso abbandonano il bambino e tornano al lavoro il prima possibile. A volte 3 giorni dopo aver partorito. Queste pratiche sono irresponsabili, mettono a rischio seriamente la salute della donna e del bambino. Può causare danni irreversibili al feto. Éassurdo parlare dei diritti riproduttivi delle donne prostituite se quelli che contano sono solo i diritti dei compratori, quello che viene protetto è il loro diritto a pretendere qualsiasi cosa senza alcun genere di restrizione.
Mi è stato chiesto di parlare dall’Organizzazione per la Salute Mentale delle Donne alla conferenza che si è tenuta l’anno passato a Dublino sulla situazione della salute mentale delle donne prostituite in Germania. Che cosa posso dire? Qual è la situazione mentale di una donna che viene ridotta ad un pezzo di carne? Sono completamente distrutte. Una donna che lavora in un programma di uscita per donne prostituite mi ha detto che sono poche le donne che escono dalla prostituzione. Di solito restano fino a quando non sono distrutte fisicamente. Non escono dalla prostituzione come persone con un’identità e un futuro che immaginano per se stesse. Stiamo parlando di un trauma complesso. La prostituzione scelta liberamente è perfino peggiore di quella forzata: perchè il trafficante non è un estraneo ma qualcuno amato o un membro della propria famiglia. Uscire dalla prostituzione produce un confitto interno profondo.
Uno studio condotto dal ministero della famiglia tedesco nel 2004[9]ha dimostrato che 87% delle donne prostituite hanno raccontato di aver subito violenza fisica, 82% violenza emotive il 92% molestie sessuali e il 59% violenza sessuale. É difficile considerare la prostituzione un lavoro come un altro considerando queste statistiche e se pensiamo che si riferiscono a 10 anni fa bisogna calcolare che la situaizone è degenerate ulteriormente. La violenza è parte integrante della prostituzione e il governo Tedesco continua a negarlo!
La prostituzione secondo la prospettiva della psicotraumatologia[10]non è un lavoro come un altro. Pemettere a degli sconosciuti di penetrare il proprio corpo significa che alcuni meccanismi naturali devono essere soppressi: la paura, la vergogna, il disgusto, l’alienazione, il disprezzo. Le donne sostituiscono questi sentimenti con: indifferenza, neutralità, una concezione funzionale della penetrazione, una reinterpretazione di questo atto come “lavoro” o “servizio”. Queste donne hanno imparato molto presto come dissociarsi. Infatti, molti studi[11]su questo tema dimostrano una stretta correlazione tra l’ingresso nella prostituzione e la violenza sessuale subita durante l’infanzia. Queste donne sono state abbandonate una prima volta durante l’infanzia e sono state abbandonate una seconda volta dalle politiche degli stati che legittimano il loro sfruttamento sessuale.
Il sistema prostituente usa questo trauma per i propri scopi e profitti. La prostituzione non può in nessun modo essere definita come “lavoro” o “servizio”. Le parti erogene e riproduttive dei corpi delle donne sono troppo sensibili per essere oggettificate perchè siano usate come stumenti di lavoro. La prostituzione può essere praticata solo in uno stato di dissociazione patologica.
Inoltre la prostituzione non può essere considerate un lavoro in quanto è un’esperienza traumatica. Numerosi studi[12]hanno dimostrato che il rischio di sviluppare il disturbo da stress post-traumatico è più alto nella prostituzione che in guerra.
Il “Modello Tedesco” della regolamentazione ha dimostrato di essere una legge compiacente con il mondo criminale e ha trasformato la Germania nell’Eldorado dei trafficanti, i favoreggiatori e i proprietari di bordello come ha dichiarato l’Ispettore Capo Manfred Paulus[13]. La polizia è ormai impotente di fronte ad una legge che ha rafforzato il sistema prostituente e ha trasformato i criminali in rispettabili uomini d’affari. La legge in vigore dal 2002 non è stata di nessun aiuto nella prevenzione alla tratta[14]: nel 2000 151 persone erano state condannate per tratta, nel 2011 soltanto 32. La polizia ha registrato 636 casi di donne trafficate nel 2011, tre volte meno di 10 anni prima. Tredici di loro avevano meno di 14 anni, settantasette avevano meno di 18 anni. La polizia si sente impotente e si lamenta del ridotto potere d’intervento, perchè se non possono raccogliere le prove di un crimine, non possono neanche entrare nei bordello. Inoltre il procedimento legale dipende dalla denuncia delle donne. Molto spesso sono troppo spaventate per testimoniare e il procedimento legale si interrompe.[15]
Queste donne- una volta che sono completamente distrutte- vengono rispedite indietro. Potete immaginare che cosa significhi per quei paesi. Immaginate, ogni anno, 10.000 italiane rispedite in Italia completamente traumatizzate dai bordelli tedeschi. Sarebbe un disastro nazionale che avrebbe delle conseguenze sulla popolazione per intere generazioni. Una situazione come quella dopo un conflitto bellico che richiede molto tempo perchè ci sia un recupero. E per quale motivo vengono sacrificate queste donne? Perchè vengono mandate in una situazione come quella di una Guerra? Per proteffere una nazione contro un’invasione o il terrorismo? No, queste donne sono sacrificate perchè alcuni uomini possano fare sesso quando vogliono, come vogliono e con chi vogliono. É lo stato Tedesco che incoraggia questi uomini a imporre i propri atti sessuali su migliaia di donne.
Circa il 50% dei clienti si trova in una relazione[16], quindi le donne vengono ingannate dai loro partner e mariti: potete fare il calcolo da soli. Ogni giorno 1.2 milioni di uomini comprano sesso. Non sono gli stessi tutti i giorni. Dobbiamo concludere che la Germania è un paese dove milioni di donne vengono ingannate.[17]Queste donne si definiscono “Schattenfrauen”[18]che significa donne ombra. Stanno nell’ombra del sistema prostituente, la loro voce e il loro trauma viene ignorato. Vengono lasciate sole con l’umiliazione e la violazione della propria dignità, che è tipico delle vittime di trauma. Molte di loro mi hanno contattata e mi hanno detto che è molto peggio che il proprio marito vada con delle donne prostituite che si innamori di un’altra donna. La prostituzione distrugge la capacità di amare e quindi il nostro sistema di valori fondamentale. La fiducia, il rispetto reciproco e l’intimità autentica diventano impossibili.
Il sistema prostituente fomenta l’odio! Rovina le relazioni umane. Uno stato che regolamenta l’acquisto del sesso fomenta l’odio tra gli uomini e le donne e distrugge, traumatizza le relazioni e le famiglie per generazioni.
Costituisce un grave problema anche per l’Europa e la solidarietà sociale tra i cittadini europei. La Germania non sembra avere alcun problema ad usare le donne più vulnerabili provenienti dai paesi più svantaggiati economicamente dell’unione europea, sfruttarle sessualmente e poi buttarle via quando sono completamente traumatizzate. Le persone che provengono da questi paesi, quando ne hanno l’opportunità, ci chiedono perchè state facendo tutto questo alle nostre ragazze?
I politici si sono resi conto che qualcosa non ha funzionato con questa legge e hanno fatto qualche piccolo cambiamento. Hanno cercato di correggere il di 10% dei danni fatti. Dal Luglio del 2017 abbiamo una nuova legge che ci chiama “legge per la protezione delle prostitute” dove sono state introdotte alcune regole. Questo è quello che pensa Manfred Paulus di questa legge: non si può combattere il crimine organizzato con un preservativo! Le persone che hanno fatto questa legge sono completamente naif! Le donne che vengono dall’estero per lavorare nei quartieri a luci rossa non vengono nella Germania che i tedeschi conoscono e apprezzano. No, sono delle prigioniere di una società parallela che è interamente criminale.
Queste donne vivono nella paura costante. La Germania, con questa legge, è diventata la pappona delle donne più vulnerabili d’Europa. I politici e lo stato Tedesco hanno sulle spalle la responsabilità storica dell’aver favorito lo sviluppo di un’industria del sesso che crea migliaia di vittime di violenza sessuale ogni giorno e ci ricava enormi profitti.
C’è solo un modo per venire fuori da tutto questo. Abbiamo bisogno del Modello Nordico adesso!
Grazie!
[1]Intervista a Helmut Sporer, 10.07.2014, Augsburger Allgemeine. https://www.augsburger-allgemeine.de/bayern/Immer-mehr-Prostituierte-aus-Osteuropa-kommen-nach-Augsburg-id30512282.html
[2]Michael Jürgs, Sklavenmarkt Europa, 2014, p. 327.
[3]Chantal Louis : « Die Folgen der Prostitution », dans Alice Schwarzer HG, Prostitution, ein Deutscher Skandal, p. 70-87.
[4]Der Spiegel, Bordell Deutschland. 27.05.2013. http://www.spiegel.de/international/germany/human-trafficking-persists-despite-legality-of-prostitution-in-germany-a-902533-2.html
[5]Intervista radio alla Dominatrix Ellen Templin, 08.03.2010. http://abolition2014.blogspot.de/2014/05/interview-mit-einer-domina.html
[6]Sono le parole di Sabine Constabel, un’assistente sociale che ha lavorato con le donne prostituite a Stoccarda per 20 anni, si veda l’intervista tv del 17 ottobre 2013: https://www.youtube.com/watch?v=BpCPKDRcFg0
[7]Michael Jürgs, Sklavenmarkt Europa, 2014, P. 327.
[8]Dr. Wolfgang Heide: Stellungnahme zur öffentlichen Anhörung zur „Regulierung des Prostitutionsgewerbes“ im Ausschuss für Familie, Senioren, Frauen und Gesundheit im Deutschen Bundestag am 06. Juni 2016. https://www.trauma-and-prostitution.eu/2016/06/05/stellungnahme-von-wolfgang-heide-facharzt-fuer-gynaekologie-und-geburtshilfe/
[9]Bundesministerium für Familie, Senioren, Frauen und Jugend : Gender Datenreport », Kapitel 10: Gewalthandlungen und Gewaltbetroffenheit von Frauen und Männern, P. 651-652, 2004.
[10]Michaela Huber, Trauma und Prostitution aus traumatherapeutischer Sicht, 2014: http://www.michaela-huber.com/files/vortraege2014/trauma-und-prostitution-aus-traumatherapeutischer-sicht.pdf
[11]Dre Muriel Salmona, Pour mieux penser la prostitution: quelques outils et quelques chiffres qui peuvent être utiles. Chapitre 3: Violences avant l´entrée en situation prostitutionnelle. https://www.trauma-and-prostitution.eu/fr/2015/01/21/pour-mieux-penser-la-prostitution-quelques-outils-et-quelques-chiffres-qui-peuvent-etre-utiles/
[12] Uno studio condotto da Melissa Farley nel 2008 ha evidenziato come il 68% delle donne prostituite hanno sviluppato una Sindrome da Stress Post-Traumatico d’intensità simile a quella dei veterani di guerra o delle persone che sono sopravvissute alla tortura: http://www.trauma-and-prostitution.eu/en/2015/01/26/prostitution-and-trafficking-in-nine-countries-an-update-on-violence-and-posttraumatic-stress-disorder/; Uno studio condotto da Zumbeck in Germania nel 2001, ha evidenziato come il 60% soffra di una forma seria di Sindrome da Stress Post traumatico. Zumbeck, Sibylle: Die Prävalenz traumatischer Erfahrungen, Posttraumatische Belastungsstörungen und Dissoziation bei Prostituierten , Hamburg, 2001.
[13]Manfred Paulus, Menschenhandel, 2014, p. 107.
[14]Der Spiegel, Bordell Deutschland. 27.05.2013.
[15]Bundeskriminalamt: Menschenhandel. Bundeslagebild 2015. https://www.bka.de/SharedDocs/Downloads/DE/Publikationen/JahresberichteUndLagebilder/Menschenhandel/menschenhandelBundeslagebild2015.html
[16]Claudine Legardinier und Said Bouamama: Les clients de la prostitution, 2006, Kapitel 4: Les clients parlent, p. 111-211.
[17]Deutschland, das Land der betrogenen Frauen. Intervista ad un compratore di 28.09.2017. https://www.trauma-and-prostitution.eu/2017/09/29/deutschland-das-land-der-betrogenen-frauen/
[18]Dr. Ingeborg Kraus, Schattenfrauen, 29.03.2018. https://www.trauma-and-prostitution.eu/2018/04/09/schattenfrauen/